Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Giu 28, 2016 Gaetano D'Ambrosio News, Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Prevenzione Secondaria 0
Una nuova meta-analisi conferma l’efficacia dell’aspirina (ASA) a basse dosi in prevenzione secondaria, nei soggetti che hanno subito un ictus o un TIA, evidenziandone i benefici, soprattutto nelle prime settimane, e la capacità di ridurre la gravità di eventuali recidive.
Sono stati utilizzati i dati di 12 trial per complessivi 15.778 pazienti.
La riduzione del rischio di ictus (stroke) ischemico nelle prime sei settimane é risultata di circa il 60%, riducendosi nelle settimane dalla seta alla dodicesima per diventare non significativa dopo le 12 settimane. Utilizzando un punteggio di severità (modified Rankin Scale) gli autori hanno potuto documentare anche una significativa riduzione della gravità delle recidive nei pazienti sottoposti a terapia antiaggregante.
I pazienti trattati con aspirina (ASA) e dipiridamolo non mostravano alcun beneficio rispetto a quelli trattati con solo ASA nelle prime 12 settimane.
Gli autori concludono affermando che nelle prime settimane dall’evento acuto (ictus o TIA ) il beneficio della terapia con ASA (riduzione del 60% delle recidive) é molto superiore a quello osservato (-13%) a lungo termine e ciò dovrebbe indurre ad organizzare campagne educazionali rivolte a favorire l’automedicazione con ASA in caso di possibile attacco ischemico.
Per i suoi effetti precoci l’ASA andrebbe somministrato al più presto possibile in tutte le condizioni nelle quali una ischemia cerebrale acuta sia molto probabile.
Fonte
Effects of aspirin on risk and severity of early recurrent stroke after transient ischaemic attack and ischaemic stroke: time-course analysis of randomised trials.Lancet. 2016 May 18. pii: S0140-6736(16)30468-8. doi: 10.1016/S0140-6736(16)30468-8. [Epub ahead of print]
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