Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Giu 25, 2016 Redazione Farmaci, Farmaci Fibrillazione atriale, News, Novità dalla ricerca, Novità Fibrillazione Atriale, Novità Homepage 0
Servono più informazione e più innovazione per la fibrillazione atriale (FA). Circa la metà dei pazienti non conosce la patologia prima della diagnosi e solo al 15% di loro viene proposta la terapia con i NAO (nuovi anticoagulanti orali). Eppure non mancano i dati di efficacia, sicurezza e sostenibilità economica per questa classe di farmaci che in poche settimane si arricchirà di una nuova molecola: edoxaban (Lixiana).
Proprio in occasione del lancio del nuovo NAO di Daiichi Sankyo, sono stati presentati i dati italiani di una survey su pazienti europei con fibrillazione atriale da OpinionHealth e dello studio NEMAWASHI realizzati su mandato della farmaceutica giapponese.
I numeri. Sono 6 milioni gli europei con fibrillazione atriale: 1 milione in Italia. Nei prossimi 50 anni, con l’invecchiamento della popolazione, si stima un raddoppio dei casi.
Il rischio di sviluppare ictus, in questi pazienti è tra le 3 e le 5 volte superiore rispetto alla popolazione generale. Curare in modo adeguato la fibrillazione atriale significa quindi ridurre l’incidenza di una patologia potenzialmente invalidante o fatale.
Il quadro che emerge dalla ricerca realizzata su 200 cittadini di ciascuno di 5 paesi europei (Italia, Francia, Spagna, Germania e UK) disegna un cammino a metà per la gestione di questa patologia. Il 45% degli italiani intervistati dichiara che, prima della diagnosi, non aveva mai sentito parlare di fibrillazione atriale e la metà di quelli che la conoscevano non sapevano indicarne i sintomi.
Colpisce che il 38 % dei pazienti non sia consapevole del legame tra fibrillazione e ictus: eppure 1 stroke su 5 è causato da FA, proporzione che aumenta significativamente con l’età. È Forte l’impatto emotivo sulla qualità di vita dopo la diagnosi per quasi la metà degli intervistati che chiedono terapie semplificate (più del 50% di loro assume oltre 5 farmaci al giorno) e consigli utili per la gestione quotidiana della patologia: come comportarsi, ad esempio, in merito alla dieta e all’esercizio fisico.
Sul fronte delle cure, come è noto, per la FA esistono validi ed efficaci alternative alla terapia standard con il warfarin, ma come rivela il sondaggio, a più della metà dei pazienti intervistati (55 %) non è stata presentata alcuna opzione e solo al 15 % dei pazienti hanno ricevuto informazioni sui NAO. E non è finita qui: solo il 28% dei pazienti per i quali è indicata la terapia anticoagulante riceve il NAO, rivela lo studio NEMAWASHI.
I nuovi anticoagulanti orali costituiscano quindi una valida opzione al warfarin, in termini di efficacia e sicurezza ma sono ancora un’alternativa decisamente poco consigliata e sottoutilizzata. Con l’arrivo di edoxaban, la classe dei NAO punta ad offrire una soluzione che unisce all’efficacia (studio ENGAGE AF-TIMI 48) e alla comodità della monosomministarzione giornaliera in due dosaggi (30 e 60 mg) anche un alto grado di sicurezza nei pazienti anziani. Le potenzialità per un impiego in più ampia scala dei NAO ci sono sia in termini di salute, per la prevenzione dell’ictus, che di sostenibilità economica. Il quadro è in progress.
Fonte
Atrial Fibrillation Study – Italy. Opinion Health. 2016
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