Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Lug 19, 2016 Gaetano D'Ambrosio Farmaci, Farmaci Fibrillazione atriale, Farmaci Prevenzione primaria, Novità dalla ricerca, Novità Fibrillazione Atriale, Novità Homepage, Novità Prevenzione Primaria 2
Ulteriori conferme sulla efficacia e sicurezza nei nuovi anticoagulanti orali diretti (NAO) giungono da un nuovo studio osservazionale, con dati dalla vita reale (real life), condotto in Danimarca.
Nel lavoro europeo sono stati utilizzati tre database nazionali, analizzati tra agosto 2011 e ottobre 2015, per studiare l’evoluzione clinica di 61.670 pazienti con fibrillazione atriale non valvolare, mai trattati in precedenza e sottoposti a trattamento con warfarin (n=35 436, 57%), dabigatran 150 mg (n=12 701, 21%), rivaroxaban 20 mg (n=7192, 12%), apixaban 5 mg (n=6349, 10%).
Gli autori hanno scelto di considerare solo i pazienti trattati con dosi standard di NAO e di escludere quelli trattati con dosi ridotte perché più frequentemente affetti da plurime copatologie o di età molto avanzata.
Per l’efficacia é stata valutata l’incidenza di ictus ischemico, embolismo sistemico, decesso.
Per la sicurezza: qualsiasi sanguinamento, emorragia intracranica ed emorragia maggiore
Restringendo l’analisi all’ictus ischemico, i NAO non sono risultati significativamente diversi dal warfarin. Dopo un follow-up di un anno, rivaroxaban é risultato associato a una ridotta incidenza di ictus ischemico o embolismo sistemico rispetto al warfarin. Il rischio di decesso a un anno é risultato significativamente minore con apixaban e dabigatran. L’incidenza di sanguinamento é risultata significativamente minore con apixaban e dabigatran.
Gli autori concludono affermando che gli anticoagulanti NAO, utilizzati in un contesto di real life, costituiscono una alternativa efficace e sicura al warfarin.
Fonte
Comparative effectiveness and safety of non-vitamin K antagonist oral anticoagulants and warfarin in patients with atrial fibrillation: propensity weighted nationwide cohort study.BMJ. 2016 Jun 16;353:i3189. doi: 10.1136/bmj.i3189
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