Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Lug 14, 2016 Giuliana Maria Giambuzzi Farmaci, Farmaci Cardiopatia ischemica, News, Novità Cardiopatia Ischemica, Novità dalla ricerca, Novità Homepage 0
Le potenti proprietà analgesiche, i benefici emodinamici e le limitate alternative rendono la morfina il cardine della terapia analgesica dei soggetti che presentano dolore toracico resistente a nitrato, secondario ad infarto acuto del miocardio (IMA).
Dati osservazionali suggeriscono che la somministrazione di morfina durante un infarto può avere conseguenze negative. Mentre il vomito, l’ipotensione e la depressione respiratoria sono effetti collaterali ben noti di tale farmaco, recenti studi hanno dimostrato che la morfina può attenuare e ritardare l’assorbimento dell’antiaggregante somministrato per via orale, così come possa interferire nell’ottimale ri-perfusione dopo IMA, ciò può determinare importanti effetti avversi cardiovascolari.
Questi dati hanno contribuito a ridurre le raccomandazioni sull’utilizzo della morfina nell’IMA nelle ultime Linee guida Europee e Americane.
Sono necessari ulteriori studi prospettici randomizzati per stabilire in maniera definitiva i rischi e benefici della terapia analgesica con morfina nei soggetti con infarto (IMA). Tuttavia, dato che purtroppo la possibilità di condurre studi randomizzati placebo versus controllo è limitata da problemi etici legati alla necessità di fornire un’adeguata analgesia ai soggetti infartuati, sono necessari approcci sperimentali alternativi. Attualmente rimane aperto questo “dilemma clinico”.
Fonte
The on- and off-target effects of morphine in acute coronary syndrome: A narrative review. Am Heart J. 2016 Jun;176:114-21. doi: 10.1016/j.ahj.2016.04.004. Epub 2016 Apr 16.
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