Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Lug 21, 2016 Gaetano D'Ambrosio Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Scompenso cardiaco Commenti disabilitati su Scompenso. Prognosi migliore per chi recupera la frazione di eiezione (FE)
Lo scompenso cardiaco con frazione di eiezione (FE) preservata costituisce uno speciale fenotipo con caratteristiche peculiari che contraddistinguono questi pazienti da quelli con frazione di eiezione ridotta.
Tuttavia, è stato documentato che alcuni pazienti con frazione di eiezione preservata, in realtà, sono soggetti che in precedenza avevano valori di FE compromessa e che, per effetto della terapia, hanno beneficiato di un miglioramento funzionale.
Le caratteristiche cliniche di questi pazienti, compresi in una speciale categoria, indicata con la sigla HFrecEF (Heart Failure with recovered ejection fraction), non sono ben note, soprattutto per quanto riguarda la prognosi.
Allo scopo di chiarire questo aspetto, gli autori dello studio Characteristics and Outcomes of Adult Outpatients With Heart Failure and Improved or Recovered Ejection Fraction hanno esaminato retrospettivamente una coorte di 2.166 pazienti (età media 65 anni, 41,4% donne), seguiti presso una struttura cardiologica universitaria americana, valutando i parametri ecocardiografici, i dati di mortalità e le ospedalizzazioni.
I pazienti sono stati classificati in rapporto ai valori basali di frazione di eiezione in:
62,3% (1350/2166) con FE ridotta (HFrEF) se FE ≤ 40%;
21,5% (466/2166) con FE preservata (HFpEF) se FE > 40% anche in esami precedenti;
16.2% (350/2166) con FE normalizzata (HFrecEF) se FE > 40% ma ≤ 40% in almeno un esame precedente.
La mortalità a 3 anni, aggiustata per età e sesso, é risultata significativamente minore nei pazienti con HFrecEF (4,8%) rispetto a quella dei pazienti con HFrEF (16,3%) o HFpEF (13,2%).
I pazienti con HFrecEF, rispetto a quelli con HFpEF hanno anche mostrato una minore incidenza di ospedalizzazioni per tutte le cause (Rischio Relativo [RR] 0.71; IC95% 0.55-0.91; P = .007), per cause cardiovascolari (RR 0.50; IC95% 0.35-0.71; P < .001) e per scompenso cardiaco (RR 0.48; IC95% 0.30-0.76; P = .002). Analoghi risultati si sono ottenuti considerando end point compositi comprendenti decesso e ospedalizzazione per cause cardiovascolari o per scompenso.
I pazienti con HFrecEF, quindi, rappresentano una frazione non trascurabile dei pazienti con FE > 40% e sembrano caratterizzati da una prognosi decisamente migliore rispetto a quelli con FE ridotta o preservata. Essi andrebbero considerati come una categoria distinta e sicuramente meritano di essere oggetto di studi prospettici specificamente disegnati per valutarne le caratteristiche fisiopatologiche e cliniche.
Fonte
Characteristics and Outcomes of Adult Outpatients With Heart Failure and Improved or Recovered Ejection Fraction. JAMA Cardiol. Published online July 06, 2016. doi:10.1001/jamacardio.2016.1325 [ http://cardiology.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=2532052&JamaNetworkReader=True ]
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