Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Set 30, 2016 Redazione Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Trombosi venosa profonda Commenti disabilitati su Fattori di rischio di recidiva di TEV
Alcune caratteristiche dei pazienti rappresentano rilevanti fattori di rischio per recidiva di tromboembolismo venoso TEV. Sebbene la ragione di questo non sia ancora stata evidenziata, vi è unanime consenso sul fatto che i maschi abbiano un rischio superiore alle femmine. È stato dimostrato che dopo un TEV idiopatico i maschi hanno oltre 2 volte il rischio di recidiva rispetto alle femmine, mentre questa differenza scompare se si considerano le TEV “provocate”.
Livelli aumentati di D-dimero registrati dopo un periodo di circa 1 mese di sospensione della terapia anticoagulante in soggetti con precedente TEV (idiopatica o dopo fattori di rischio lievi) sono associati ad un incremento del rischio di recidiva ed è stato dimostrato il vantaggio di riprendere l’anticoagulazione in questi pazienti 18, 19. Segnalo che la più recente edizione delle linee-guida ACCP propongono il sesso maschile e la positività del D-dimero come rilevanti fattori di rischio da tener particolarmente presenti per la decisione terapeutica.
L’età ha certamente un valore importante per l’insorgenza del primo TEV, ma è incerto il suo ruolo nel determinare il rischio di recidiva, con solo alcuni studi positivi per un aumento del rischio, mentre altri studi hanno dato esito negativo, e alcuni hanno addirittura visto una relazione negativa.
Sin dal 2002 è stata segnalata la presenza di una relazione tra persistenza di residuo trombotico venoso (RTV) nelle vene profonde degli arti inferiori e rischio di recidiva trombotica. Alcuni studi hanno confermato il valore predittivo del RTV, ma non tutti. Due studi randomizzati hanno confermato il ruolo predittivo del RTV, e alcune review sistematiche hanno concluso con risultati non sempre omogenei.
Alcune, rare alterazioni trombofiliche, quali il deficit di Antitrombina, Proteina C e Proteina S, sono state dimostrate essere associate ad un più alto rischio di recidiva trombotica, come pure la presenza di omozigosi o di doppia eterozigosi del fattore V Leiden e della mutazione G20210A della protrombina.
Fonte
Antithrombotic Therapy for VTE Disease: CHEST Guideline and Expert Panel Report. Chest 2016;149:315-52.
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