Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Set 29, 2016 Redazione Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Trombosi venosa profonda Commenti disabilitati su Prevenzione delle recidive dalla TEV con anticoagulante: quando e come
Nel tromboembolismo venoso (TEV) la terapia anticoagulante, con qualsiasi tipo di farmaco sia condotta, è altamente efficace nel ridurre il rischio di recidiva, ma il suo effetto protettivo persiste solo durante il trattamento, mentre dopo la sua sospensione – qualsiasi sia stata la durata della terapia – il rischio di recidiva sale ancora. Ciò implica che non vi è vantaggio a decidere un trattamento limitato nel tempo, anche se superiore a 3-6 mesi.
L’alternativa consiste quindi nel decidere tra un periodo limitato a 3-6 mesi di anticoagulazione (terapia iniziale e di “breve termine”) oppure un trattamento “esteso”, detto anche “indefinito”.
Per trattamento esteso si intende quando la terapia anticoagulante venga prescritta senza predefinire il momento della sua interruzione (qualsiasi sia la durata). Il trattamento esteso deve però prevedere controlli periodici (almeno annuali) di ciascun paziente, al fine di valutare l’evoluzione del suo specifico e attuale rapporto rischio-beneficio che giustifichi la prosecuzione dell’anticoagulazione. La valutazione periodica deve prevedere la ricognizione delle condizioni generali del paziente, del suo rischio emorragico, della presenza delle condizioni che sono alla base di una buona e sicura terapia anticoagulante.
In sostanza, trascorso il periodo iniziale e quello di breve termine del trattamento anticoagulante (3-6 mesi) ciascun paziente deve ricevere una valutazione che determini il suo rischio di recidiva tromboembolica e quello di comparsa di emorragie, tenendo presente che, mentre il rischio di recidiva diminuisce con il passare del tempo, quello di emorragie associate alla terapia anticoagulante è sostanzialmente persistente nel tempo.
La sottocommissione per il controllo della anticoagulazione della ISTH (International Society on Thrombosis and Haemostasis) ha fissato al 5% annuo e al 15% a 5 anni i limiti di rischio r-TEV, al di sotto dei quali non è considerata giustificabile l’estensione della terapia anticoagulante.
Fonte
Antithrombotic Therapy for VTE Disease: CHEST Guideline and Expert Panel Report. Chest 2016;149:315-52.
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