Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Ott 12, 2016 Gaetano D'Ambrosio Novità dalla ricerca, Novità Fibrillazione Atriale, Novità Homepage Commenti disabilitati su Le novità delle linee guida europee sulla fibrillazione atriale. ESC 2016
La società europea di cardiologia (ESC) ha rilasciato una nuova edizione delle linee guida sulla gestione della fibrillazione atriale. La precedente risale al 2010 con un aggiornamento nel 2012 per l’introduzione di nuovi anticoagulanti orali (NAO).
Il documento tratta in dettaglio molti aspetti della gestione della fibrillazione atriale, patologia che riguarda ormai il 3% della popolazione adulta e la cui prevalenza tende ad aumentare per diversi fattori: l’invecchiamento della popolazione, l’aumentata prevalenza di condizioni predisponenti tra cui obesità, diabete mellito, malattia renale cronica, ipertensione, scompenso, coronaropatia, ed infine una maggiore capacità di riconoscere i pazienti con malattia silente.
Accenniamo solo ad alcuni dei punti toccati dal documento, di maggiore interesse nell’ambito delle cure primarie.
Approccio multidisciplinare
Si riconosce che la gestione della fibrillazione atriale necessita, al pari di altre patologie croniche, un approccio integrato con il coinvolgimento di varie figure professionali, compreso il medico di medicina generale, e la partecipazione attiva del paziente.
Per questo alla stesura delle linee guida hanno collaborato cardiologi di vario orientamento super-specialistico, cardiochirurgi, neurologi esperti e infermieri specializzati. Peccato che non siano stati coinvolti medici di medicina generale!
Screening e diagnosi precoce
Viene dato molto risalto alla necessità di fare emergere i casi “silenti” di fibrillazione atriale. Molti pazienti, soprattutto i soggetti anziani ed i pazienti con scompenso, presentano episodi asintomatici che non sono meno rilevanti di quelli sintomatici come fattore di rischio per trombo-embolia sistemica e morte. Ciò rende estremamente utile uno screening opportunistico, rivolto soprattutto alla popolazione anziana, basato sulla palpazione del polso e la successiva eventuale conferma elettrocardiografica. Un contributo al riconoscimento dei casi di fibrillazione atriale “silente” può derivare dall’utilizzo di accessori per smartphone dotati di elettrodi, dalla tecnologia indossabile e dagli apparecchi per l’automonitoraggio pressorio dotati di algoritmi per il riconoscimento dei ritmi irregolari. L’efficacia di queste tecnologie é tuttora oggetto di valutazione.
Profilassi antitrombotica: NAO con CHAD2DS2-VASc ≥ 2
Si conferma l’utilizzo dello score CHA2DS2-VASc per la valutazione del rischio trombo-embolico e l’indicazione alla terapia anticoagulante. Gli anti-vitamina K rimangono l’unica scelta in presenza di protesi valvolari meccaniche o di stenosi mitralica moderata – severa. Negli altri casi, in presenza di uno score CHAD2DS2-VASc ≥ 2, i nuovi anticoagulanti orali (NAO) sono considerati di prima scelta.
Il documento si sofferma anche a considerare i pazienti con un solo fattore di rischio (CHAD2DS2-VASc = 1 negli uomini 2 nelle donne) per i quali ancora oggi non vi sono sufficienti evidenze per raccomandare la terapia anticoagulante se non valutando caso per caso rischi e benefici e tenendo conto dell’opinione del paziente.
Gestione del paziente anticoagulato
Una particolare attenzione é rivolta alla gestione del paziente anticoagulato e soprattutto alla gestione degli eventi emorragici. Nei casi di sanguinamento minore si consiglia di sospendere l’anti-vitamina K fino a quando l’INR scende al di sotto di 2 o di non assumere una dose (o sospendere la terapia per 1 giorno) nel caso si assuma un NAO.
Bridging con eparina in caso di sospensione temporanea della terapia anticoagulante
Tranne che nei pazienti con protesi valvolare meccanica, il bridging con eparina non é necessario nel caso si debba sospendere temporaneamente della terapia anticoagulante. In ogni caso l’interruzione della terapia anticoagulante dovrebbe essere limitata ai casi in cui é assolutamente necessaria per evitare di esporre inutilmente il paziente al rischio di ictus.
Gestione della tripla terapia (due antiaggreganti + anticoagulante)
I pazienti con fibrillazione atriale che subiscono una sindrome coronarica acuta e/o una rivascolarizzazione miocardica mediante stenting richiedono, per un periodo variabile da sei mesi ad un anno, una doppia antiaggregazione che si aggiunge alla terapia anticoagulante utilizzata per ridurre il rischio trombo-embolico legato alla fibrillazione atriale. E’ un argomento molto dibattuto soprattutto per quanto riguarda la durata della terapia per la quale le nuove linee guida offrono delle indicazioni pratiche.
Le linee guida della società europea di cardiologia sono pubblicate anche come app per dispositivi mobili Apple e Android.
Questo contenuto è riservato agli utenti registrati appartenenti al settore sanitario: si prega di accedere utilizzando il form sottostante, oppure di compilare il form di registrazione. Dopo la registrazione, oltre ad avere accesso a tutti i contenuti del portale, riceverai aggiornamenti utili alla pratica clinica. Se non si ricordano i dati di accesso, cliccare qui
Mag 07, 2020 Commenti disabilitati su Dalla strategia fallimentare alle terapie precoci, dalle cure ai tamponi. Il punto sul Covid19
Ago 17, 2019 Commenti disabilitati su La somministrazione di pantoprazolo non è efficace nel ridurre gli eventi emorragici di origine gastrointestinale superiore. Può ridurre, invece, l’incidenza di sanguinamenti correlati a ulcera peptica
Gen 03, 2019 1
Ago 31, 2018 Commenti disabilitati su #ESC2018. Gravidanza in donne con cardiopatia: non superare le 40 settimane di gestazione
Nov 07, 2020 Commenti disabilitati su Pneumopatia da COVID-19: il punto di vista del Medico Vascolare. “Position paper” patrocinato dalla SIDV e della SIMV
Ott 12, 2020 Commenti disabilitati su Pazienti con diabete tipo 2 a maggior rischio di demenza vascolare rispetto ad altre demenze
Ott 08, 2020 Commenti disabilitati su Studio EMPEROR-Reduced: il vantaggio di Empagliflozin rimane stabile sopra Sacubitril/Valsartan
Mag 27, 2020 Commenti disabilitati su L’idrossiclorochina è inefficace e dannosa nella cura del COVID-19