Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Nov 27, 2016 Gaetano D'Ambrosio Novità dalla ricerca, Novità Fibrillazione Atriale, Novità Homepage Commenti disabilitati su Meno emorragie in fibrillazione post PCI con NAO rispetto a tripla terapia
Nei pazienti esposti contemporaneamente ad alto rischio trombotico (fibrillazione atriale) e ischemico (rivascolarizzazione miocardica, PCI) si determina la necessità di somministrare contemporaneamente la terapia anticoagulante (anti vitamina K o NAO) e una duplice terapia antiaggregante (tripla terapia).
Questo schema espone il paziente a elevato rischio emorragico, ragione per la quale sono ricercate strategie terapeutiche alternative.
In questo filone si colloca lo studio PIONEER AF-PCI, uno studio clinico multicentrico, randomizzato e in aperto, che ha testato efficacia e tollerabilità di 3 strategie terapeutiche in 2124 pazienti con fibrillazione atriale non valvolare sottoposti a stenting coronarico:
a- rivaroxaban 15 mg/die + un inibitore di P2Y12(*) per 12 mesi;
b- rivaroxaban 2.5 mg x 2 /die + doppia antiaggregazione per 1, 6 o 12 mesi;
c- la tradizionale tripla terapia: anti-vitamina K + doppia antiaggregazione per 1, 6 o 12 mesi.
Tutti i pazienti sono stati seguiti per 12 mesi.
L’end point primario composito era costituito da qualsiasi evento emorragico significativo: emorragia maggiore, emorragia che richiede l’intervento medico e emorragia minore (secondo la definizione TIMI).
La frequenza di eventi emorragici clinicamente significativi é risultata più bassa nei due gruppi (A e B) trattati con rivaroxaban rispetto alla terapia standard (C).
La mortalità per cause cardiovascolari, infarto miocardico o ictus era simile nei tre gruppi (6.5% nel gruppo A, 5.6% nel gruppo B, 6-0% nel gruppo C) ma con intervalli di confidenza molto ampi.
Gli autori concludono che i regimi rappresentati da una bassa dose di rivaroxaban più un inibitore di P2Y12 o da una dose molto bassa di rivaroxaban più doppia antiaggregazione espongono a un minor rischio di eventi emorragici e rappresentano una potenziale alternativa terapeutica alla classica tripla terapia anche se la loro equivalenza sul piano dell’efficacia non é del tutto definita.
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(*) antiaggreganti piastrinici in grado di inibire l’attività del recettore adenosinico P2Y12. Il primo farmaco sintetizzato appartenente a questa categoria è stata la ticlopidina, oggi poco utilizzata per via dei suoi effetti collaterali. Successivamente sono state sintetizzate le tienopiridine clopidogrel e prasugrel. Esistono poi altre due molecole “non tienopiridiniche”, ovvero con una diversa struttura molecolare, in grado anch’esse di inibire l’attività del P2Y12, il cangrelor e il ticagrelor.
Fonte
Prevention of Bleeding in Patients with Atrial Fibrillation Undergoing PCI.NEJM November 14, 2016DOI: 10.1056/NEJMoa1611594
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