Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Dic 21, 2016 Redazione Novità dalla ricerca, Novità Fibrillazione Atriale, Novità Homepage 1
Nei pazienti con fibrillazione atriale non valvolare, i dati della letteratura internazionale solitamente confrontano gli anticoagulanti diretti (DOAC) con il warfarin sia sul profilo della sicurezza, sia su quello della efficacia nella riduzione degli eventi cardioembolici. Più raramente si osservano, invece, analisi comparative fra i vari anticoagulanti diretti come emerge, invece, da queste osservazioni desunte dal registro danese, che raccoglie i dati di pazienti con fibrillazione atriale non valvolare.
Scopo di questo studio, infatti, è stato quello di valutare l‘efficacia e la sicurezza del rivaroxaban nei confronti di warfarin o dabigatran, in una corte di pazienti con fibrillazione atriale non valvolare residenti in Danimarca, durante un periodo di osservazione compreso fra il febbraio 2012 e l’agosto 2014.
È stata utilizzata, per la statistica, la regressione di Cox aggiustata attraverso lo score propensity, che ha permesso di paragonare i vari dosaggi di rivaroxaban(15 o 20 milligrammi) rispettivamente con i 110 e 150 mg per due/die di dabigatran e sempre rivaroxaban verso warfarin.
I risultati hanno evidenziato che i pazienti in terapia con rivaroxaban (776 con il 15 mg e 1629 con i 20 mg), erano più anziani ed avevano maggiori comorbodità, rispetto al warfarin (11.045 pazienti) e a coloro che assumevano dabigatran (3588 con il 110 mg × 2 e 5320 con il 150 × 2 ). La mortalità per tutte le cause è risultata più alta nel gruppo che prendeva rivaroxaban 15 mg, mentre, per quanto riguarda la riduzione dell’ictus ischemico cardioembolico il gruppo con rivaroxaban, sia a 15 mg sia a 20 mg, ha registrato una quantità di eventi significativamente minore rispetto al warfarin (rivaroxaban a 15 mg: hazard ratio [HR] 0.46, 95% confidenceinterval [CI]: 0.26–0.82; rivaroxaban a 20 mg HR:0.72, 95%CI: 0.51–1.01) e sostanzialmente sovrapponibile al dabigatran.
Per quanto attiene, invece, alla comparsa di emorragie sia maggiori sia minori, i pazienti che assumevano rivaroxaban hanno avuto una frequenza di sanguinamento sostanzialmente sovrapponibile al warfarin e moderatamente più elevata, rispetto al dabigatran(rivaroxaban a 15mg vs. dabigatran a 110mg x2 HR: 1.28, 95%CI: 0.82–2.01; rivaroxaban a 20mg vs. dabigatran a 150mg x2 HR: 1.81, 95%CI: 1.25–2.62) che, da questo punto di vista, ha manifestato, in questa corte di pazienti, un profilo di sicurezza migliore.
In conclusione, in questo studio, rivaroxaban e dabigatran hanno registrato una più bassa frequenza di ictus ischemico rispetto al warfarin. Rispetto a dabgatran, rivaroxaban ha manifestato una frequenza aumentata di sanguinamento. Questi risultati, tuttavia non consentono di prendere delle decisioni specifiche a favore dell’uno o dell’altro anticoagulante diretto, in quanto la corte di pazienti che assumeva rivaroxaban era significativamente più anziana e più fragile.
Fonte
Rivaroxaban versus warfarin and dabigatran in atrial fibrillation:comparative effectiveness and safety in Danish routine care.Pharmacoepidemiology and drug safety 2016, Published online in Wiley Online Library (wileyonlinelibrary.com) DOI: 10.1002/pds.4034
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