Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Dic 13, 2016 Redazione Uncategorized Commenti disabilitati su Efficacia simile per rischio di ictus, ma meno sanguinamenti intracranici con alcuni NAO
Questo studio, pubblicato di recente, aggiunge nuove conferme per quanto riguarda il confronto fra gli anticoagulanti diretti (NAO) e gli antagonisti della vitamina K in pazienti con fibrillazione atriale non valvolare per quanto riguarda la prevenzione dell’ictus ischemico di natura cardioembolica e quello emorragico dovuto principalmente agli effetti collaterali della terapia anticoagulante.
Scopo dello studio, pertanto, è stato quello di confrontare dabigatran, rivaroxaban e apixaban con il warfarin per quanto riguarda la riduzione del rischio ischemico, del tromboembolismo in generale e per quanto concerne i sanguinamenti intracranici nei pazienti con fibrillazione atriale.
È stato valutato il registro nazionale danese dal 2011 al 2015 e sono stati analizzati i dati dei pazienti sia in terapia con gli antagonisti della vitamina K sia con i nuovi anticoagulanti orali.
Con riferimento all’obiettivo principale dello studio vale a dire la prevenzione dell’ictus tromboembolico e della dell’ictus emorragico per sanguinamento intracranico è stata applicata, come analisi statistica principale, la regressione di Cox.
Su una popolazione totale di 43.299 pazienti con fibrillazione atriale il 42% era in terapia con gli antagonisti della vitamina K, il 29% con dabigatran, il 13% con rivaroxaban, il 16% con apixaban. Il valore medio dell’indice CHA2DS2-VASc era assolutamente sovrapponibile nei 4 gruppi. Durante il periodo di osservazione si sono verificati 1054 ictus ischemici e 261 ictus emorragici da sanguinamento.
Non si sono osservate differenze statisticamente significative per quanto riguarda la prevenzione dell’ictus ischemico, nei 4 gruppi presi in considerazione. Una minore comparsa, invece, di sanguinamenti intracranici si è verificata nei pazienti in terapia con gli anticoagulanti diretti, rispetto al warfarin. In particolare, la riduzione in percentuale del rischio in un anno è risultata (95% intervalli di confidenza) con dabigatran -0.34% (da -0.47% a -0.21%), con rivaroxaban -0.13% (da -0.33% a -0.08%) e con apixaban -0.20% (da -0.38% a -0.01%), (Figura 1).
In conclusione, per i pazienti con fibrillazione atriale non valvolare, il trattamento con i nuovi anticoagulanti orali non è stato associato ad un rischio significativamente più basso di sviluppare un ictus ischemico rispetto ai pazienti in terapia con agonisti della vitamina k. Al contrario, invece, il rischio di sviluppare un sanguinamento intracranico è risultato significativamente ridotto con dabigatran e apixaban, rispetto agli altri gruppi, in particolare a rivaroxaban e agli antagonisti della vitamina K.
Riferimento Bibliografico
Ischaemic and haemorrhagic stroke associated with non-vitamin K antagonist oral anticoagulants and warfarin use in patients with atrial fibrillation: a nationwide cohort study. European Heart Journal (2016) 0, 1–9, doi:10.1093/eurheartj/ehw496
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