Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Dic 06, 2016 Giuliana Maria Giambuzzi Farmaci Dislipidemie, Novità dalla ricerca, Novità Dislipidemie, Novità Homepage, Novità Prevenzione Primaria Commenti disabilitati su La terapia intensiva con statine diminuisce la mortalità in pazienti con malattie cardiovascolari aterosclerotica
La terapia intensiva con statine è consigliata per la prevenzione secondaria della malattia cardiovascolare aterosclerotica (ASCVD). Tuttavia, la terapia con statine in generale, e in particolare quella ad alta intensità, è sottoutilizzata in pazienti con ASCVD.
Uno studio di coorte retrospettivo, recentemente pubblicato, ha valutato l’associazione tra tutte le cause di mortalità e l’intensità della terapia con statine (da 2013 e il 2014) in soggetti del Veterans Affairs (VA) statunitense: 509.766 pazienti di età compresa tra 21 e 84 anni (età media 68,5 anni), di cui 499.598 uomini e 10.168 donne con ASCVD.
L’intensità della terapia con statine è stata definita sulla base delle linee guida 2013 dell’American College of Cardiology/American Heart Association, e sono stati inclusi i soggetti che avevano ricevuto una prescrizione nei precedenti 6 mesi.
I pazienti sono stati suddivisi in tre gruppi sulla base del dosaggio di statine assunto:
– 150.928 soggetti (29,6%) terapia intensiva,
– 232.293 (45,6%) dosaggi moderati,
– 33.920 (6,7%) bassi dosaggi,
– 92.625 (18,2%) non trattati con statine.
Nel corso di un follow-up medio di 492 giorni, si è notata una associazione tra l’intensità della terapia con statine e mortalità, con tassi di mortalità ad 1 anno del 4,0% per coloro che ricevono una terapia intensiva con statine, del 4,8% per coloro che ricevevano una terapia con statine a dosaggio moderato, e del 6,6% (4.868 su 73.728) per chi non assumeva statine.
Dopo aggiustamento per la propensione a ricevere le statine a dosaggio intensivo, l’hazard ratio per la mortalità era dello 0,91 (IC 95%, 0,88-0,93) per i soggetti trattati con alte dosi di statine rispetto a coloro che ricevevano il farmaco a dosaggio moderato.
L’entità del beneficio della terapia con statine a dosaggio elevato versus dosaggio moderato era simile, con un hazard ratio dello 0,93 (IC 95%, 0,85-1,01).
Per i pazienti di età compresa tra 76 e 84 anni, l’hazard ratio è stato dello 0.91 (IC 95%, 0,87-,95). I pazienti trattati con dosi massimali di statine mostravano una più bassa mortalità (hazard ratio, 0.90; IC 95%, 0,87-0,94) rispetto a quelli che ricevono dosi sub-massimali.
Questo studio ha evidenziato un’associazione tra intensità della terapia con statine e mortalità in un vasto campione di pazienti con ASCVD. La terapia intensiva con statine è stata associata ad un piccolo ma significativo vantaggio di sopravvivenza rispetto alla terapia con statine a dosaggio moderato, anche tra gli adulti più anziani. L’assunzione di dosi massimali di statine ha portato a un aumento della sopravvivenza.
Fonte:
Association Between Intensity of Statin Therapy and Mortality in Patients With Atherosclerotic Cardiovascular Disease. JAMA Cardiol. 2016 Nov 9. doi: 10.1001/jamacardio.2016.4052. [Epub ahead of print]
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