Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Dic 19, 2016 Gaetano D'Ambrosio Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Scompenso cardiaco Commenti disabilitati su Se si riducono i peptidi natriuretici, la prognosi é migliore
I peptidi natriuretici (NT-proBNP) , oltre ad essere un importante strumento per la diagnosi di scompenso cardiaco hanno anche un valore prognostico.
Per stimare il significato prognostico della variazione delle concentrazioni plasmatiche dei peptidi natriuretici indotte dalla terapia sono stati esaminati i dati, provenienti dallo studio PARADIGM-HF relativi a 2080 pazienti con scompenso cardiaco a frazione di eiezione ridotta, sottoposti a trattamento con enalapril o sacubitril/valsartan, per i quali erano disponibili le concentrazioni plasmatiche di NT-proBNP al basale e durante il follow-up a 1 mese e 8 mesi dalla randomizzazione.
Gli autori hanno così potuto correlare le variazioni del NT-proBNP con gli esiti clinici (mortalità cardiovascolare e ospedalizzazione per scompenso).
Al basale 1292 pazienti (62%) avevano valori di NT-proBNP > 1000 pg/ml.
Un mese dopo la randomizzazione il 24% di tali pazienti presentavano valori di NT-proBNP ≤ 1000 pg/ml. In questi pazienti l’incidenza di morte cardiovascolare o di ospedalizzazione per scompenso risultava inferiore del 59% rispetto ai pazienti nei quali il calo dei livelli di NT-proBNP non si era verificato.
Analizzano separatamente i dati dei pazienti inclusi nei due bracci dello studio (enalapril vs sacubitril/valsartan) si é potuto constatare che, ad un mese dalla randomizzazione, i livelli di NT-proBNP nei pazienti trattati con sacubitril/valsartan erano significativamente più bassi che nei pazienti trattati con enalapril e che la riduzione al di sotto di 1000 pg/ml si verificava rispettivamente nel 31% e nel 17% dei pazienti.
La relazione tra riduzione degli eventi clinici e riduzione dei livelli di NT-proBNP non risultava influenzata dal trattamento farmacologico.
Gli autori concludono affermando che una significativa riduzione di NT-proBNP ha un importante valore prognostico indipendentemente dal tipo di trattamento. D’altra parte, la terapia con sacubitril/valsartan determina una riduzione di NT-proBNP ≤ 1000 pg/ml in una proporzione di pazienti quasi doppia rispetto all’enalapril, confermando in tal modo la sua maggiore efficacia terapeutica.
I risultati di questo studio, quindi, portano un utile contributo alla interpretazione del significato prognostico dei peptidi natriuretici, tuttora piuttosto controverso, e confermano la superiorità della associazione sacubitril/valsartan nel trattamento dello scompenso cardiaco a frazione di eiezione ridotta.
Ricordiamo che il sacubitril inibisce la neprilisina, enzima che degrada il BNP ma non agisce sul frammento NT-proBNP. A causa di questa azione, per effetto della terapia, il livello plasmatico di BNP tende ad aumentare, indipendentemente dalla evoluzione clinica, e per questo non é utilizzabile né a fini diagnostici e, soprattutto, a fini prognostici. Pertanto, nei pazienti trattati con la nuova classe di farmaci, é necessario far ricorso esclusivamente al dosaggio di NT-proBNP.
Fonte
Prognostic Implications of Changes in N-Terminal Pro-B-Type Natriuretic Peptide in Patients With Heart Failure.J Am Coll Cardiol. 2016 Dec 6;68(22):2425-2436. doi: 10.1016/j.jacc.2016.09.931.
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