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Amiodarone dopo ablazione per tachicardia ventricolare? Anche no

Feb 22, 2017 Redazione Novità Aritmie, Novità dalla ricerca, Novità Homepage 1


amiodarone-ablazione-cardiotoolLa tachicardia ventricolare è un’aritmia che si verifica frequentemente nei pazienti con cardiomiopatie ischemiche e non, portando ad esiti sfavorevoli. Nei pazienti in cui è stata eseguita con successo l’ablazione transcatetere per il trattamento della tachicardia ventricolare (Vt), la somministrazione di amiodarone può essere ridotta o addirittura sospesa senza che ci sia un aumento di recidiva. Questi i  risultati di uno studio osservazionale a singolo centro che ha valutato pazienti con tachicardia ventricolare, sottoposti ad ablazione dal 2008 al 2011, nei quali è seguita una stimolazione programmata non invasiva diversi giorni dopo.
I 231 pazienti (90% maschi; età media: 63,4 ± 12,9 anni; 53,7% con cardiomiopatia ischemica) sono stati divisi in 3 gruppi (gruppo A: 99; gruppo B: 29; il gruppo C: 103): nel gruppo A l’amiodarone veniva ridotto o sospeso dopo l’intervento; nel gruppo B  il farmaco non veniva ridotto; nel gruppo C, al momento dell’ablazione,  non era somministrato l’amiodarone.Al gruppo B appartenevano pazienti più anziani con insufficienza cardiaca più avanzata. I pazienti del gruppo A presentavano una minore frequenza di tachicardia ventricolare clinica inducibile al termine dell’ablazione o della stimolazione programmata non invasiva.
Nel follow-up di un anno la sopravvivenza libera da tachicardia ventricolare è stata simile tra i gruppi (p = 0,10). La mortalità è stata più alta nel gruppo B (p <0.001). La dose maggiore di amiodarone dopo l’ablazione (hazard ratio: 1,23; 95% intervallo di confidenza: 1,03-1,47; p = 0,02) è risultata associata alla morte in un tempo più breve.

Un anno dopo l’ablazione, la sopravvivenza libera da tachicardia ventricolare era intorno al 60% nei pazienti di tutti e tre i gruppi. Nello specifico, la sopravvivenza era di circa il 20% nel gruppo in cui l’amiodarone non era stato ridotto, mentre si manteneva intorno al 60% negli altri due gruppi (58% e 61%, rispettivamente; p <0,001).

Gli autori auspicano la realizzazione di uno studio  prospettico di conferma dei risultati e concludono che, per il trattamento della tachicardia ventricolare, dopo il successo dell’ablazione confermato dalla non inducibilità alla fine della procedura, l’amiodarone può essere ridotto o addirittura sospeso in maniera sicura senza un aumento inaccettabile della tachicardia .
Fonte
Amiodarone Discontinuation or Dose Reduction Following Catheter Ablation for Ventricular Tachycardia in Structural Heart Disease. JACC: Clinical Electrophysiology. February 2017> DOI: 10.1016/j.jacep.2016.11.005

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