Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Feb 10, 2017 Redazione Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Prevenzione Secondaria Commenti disabilitati su Nuove strategie terapeutiche dopo sindrome coronarica acuta (SCA)
Gli avanzamenti scientifici hanno consentito negli ultimi decenni di abbattere la mortalità cardiovascolare in pazienti con sindrome coronarica acuta (SCA) oltre che ridurre nettamente la morbilità ed ottenere un significativo miglioramento della qualità di vita a distanza.
La terapia con doppia antiaggregazione piastrini-ca (DAPT) in profilassi secondaria nel primo anno dopo infarto miocardico, ha dimostrato di ridurre il rischio di recidiva ischemica sia con clopidogrel, che successivamente con prasugrel e ticagrelor; trascorso questo periodo viene generalmente consigliata la prosecuzione in cronico del solo acido acetilsalicilico (ASA).
Questa gestione terapeutica pur avendo dimostrato di essere in grado di ridurre notevolmente gli eventi clinici, non riporta l’incidenza al pari della popolazione generale, permanendo un rischio più elevato con un 10% di pazienti che nonostante la terapia medica ottimale andrà comunque incontro a complicanze (morte o recidiva ischemica) nell’anno successivo. Questi rilievi suggeriscono che la DAPT abbia raggiunto un plateau di efficacia.
Appare dunque giustificata la continua ricerca scientifica di nuovi strumenti terapeutici volti ad erodere ulteriormente il rischio clinico residuo, focalizzandosi sull’ottimizzazione ed intensificazione della terapia in prevenzione secondaria dopo una SCA.
Recenti evidenze cliniche hanno mostrato un vantaggio prognostico significativo derivante sia dall’aggiunta dell’anticoagulante orale (DOAC) rivaroxaban alla terapia classica con doppio antiaggre-gante dopo SCA (strategia del “doppio blocco” antiaggregante ed anticoagulante), sia dalla pro-secuzione della terapia con DAPT con ticagrelor oltre un anno dopo infarto miocardico acuto.
La possibilità di aggiungere una bassa dose di rivaroxaban alla terapia consolidata con ASA e clopidogrel nel primo anno dopo SCA e l’opzione di proseguire oltre i 12 mesi dall’evento coronarico una DAPT con ASA associata a ticagrelor arricchiscono l’arsenale terapeutico a disposizione del cardiologo che nella pratica clinica si trova a dover gestire pazienti con caratteristiche estremamente variegate, costituendo un opzione allettante particolarmente nella gestione di pazienti ad elevata probabilità di recidiva ischemica che presentino un basso rischio emorragico.
Fonte
Nuove strategie terapeutiche antitrombotiche dopo sindrome coronarica acuta. Coagulumreport 7.2016
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