Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Mar 03, 2017 Redazione Novità dalla ricerca, Novità Fibrillazione Atriale, Novità Homepage Commenti disabilitati su Anticoagulante (DOAC) in bioprotesi valvolari? Edoxaban efficace e più sicuro di warfarin
Nei pazienti con bioprotesi valvolari cardiache, l’anticoagulante edoxaban (Lixiana, Daiichi Sankyo) è efficace e più sicuro di warfarin nella prevenzione dell’ictus. Lo rivela una sotto analisi del trial ENGAGE AF-TIMI 48 che rivela un impiego nuovo per gli anticoagulanti orali diretti (DOAC).
Come è noto, l’impianto di bioprotesi valvolari cardiache, tramite chirurgia o transcatetere, è un trattamento sempre più utilizzato in pazienti con fibrillazione atriale (FA) e valvulopatia cardiaca (Vhd), e richiede la terapia anticoagulante per prevenire eventi tromboembolici.
Ad oggi, l’impiego di anticoagulanti diretti (DOAC) è un’alternativa sicura ed efficace agli antagonisti della vitamina K nei pazienti con fibrillazione atriale, ma le linee guida non li raccomandano in presenza di bioprotesi valvolari per la mancanza di dati che ne supportino l’utilizzo.
La sotto-analisi del trial ENGAGE AF-TIMI 48 ha confrontato l’efficacia e la sicurezza dell’edoxaban con il warfarin nei pazienti con fibrillazione atriale (n= 21.105) non escludendo coloro che presentavano bioprotesi valvolari cardiache (n= 191, 0,9%), di cui 131 con impianto della valvola mitrale e 60 di quella aortica. Dallo studio sono stati esclusi i soggetti con valvole meccaniche e stenosi mitralica da moderata a grave. I pazienti sono stati seguiti per un periodo mediano di 2,8 anni, durante i quali le persone con ridotta clearance della creatinina hanno avuto il dosaggio dell’edoxaban dimezzato.
I pazienti sono stati randomizzati a ricevere, una volta al giorno, un dosaggio più alto di edoxaban (60 mg), uno più basso di edoxaban (30 mg) o warfarin.
Gli endpoint primari includevano l’ictus o gli eventi embolici sistemici (See), il sanguinamento maggiore e il primo outcome clinico (ictus/See, sanguinamento maggiore, morte).
Gli endpoint combinati secondari includevano l’ictus ischemico/See, i maggiori eventi cardiaci avversi (infarto miocardico, ictus o morte cardiovascolare) e la combinazione di ictus/See, tutte le cause di mortalità e sanguinamento con pericolo di vita o fatale.
Mentre il tasso annuo di ictus o di eventi embolici sistemici non differiva nella coorte ad alto rischio sia che assumesse edoxaban o warfarin, la più bassa dose di edoxaban (30 mg) è stata associata ad un tasso ridotto di sanguinamento maggiore (0,76% contro 6,27% con warfarin, Hr: 0,12, 95% Ic: 0,01-0,95). Il tasso di sanguinamento con assunzione di edoxaban a più alto dosaggio (60 mg) invece è risultato simile al warfarin.
Rispetto al warfarin, l’edoxaban a più alto dosaggio è stato associato ad un minor numero di ictus, eventi embolici sistemici, sanguinamenti maggiori e morti combinati (7,53% vs 15,77%, Hr: 0,46, 95% Ic: 0,23-0,91). Annualmente anche l’infarto miocardico, l’ictus, e la mortalità cardiovascolare erano più bassi con l’assunzione di edoxaban a 60 mg (4,32% rispetto al 11,07%, Hr: 0,36, 95% Ic: 0,15-0,87). Allo stesso modo, edoxaban al dosaggio più basso presentava tassi più bassi annuali di ictus, eventi embolici sistemici, sanguinamento maggiore e morte combinati (7,03% vs 15,77%, Hr 0,43, 95% Ic: 21-0,88).
Gli autori concludono che edoxaban è risultato più sicuro di warfarin se assunto per la prevenzione dell’ictus nei pazienti con fibrillazione atriale e bioprotesi valvolare, candidando di fatto edoxaban ad essere una ragionevole alternativa al warfarin in questa tipologia di pazienti.
Fonte Edoxaban for the Prevention of Thromboembolism in Patients with AtrialFibrillation and Bioprosthetic Valves. Circulation. 2017 Feb 16. pii: CIRCULATIONAHA.116.026714. doi: 10.1161/CIRCULATIONAHA.116.026714. [Epub ahead of print] Immagine.Edward Hopper, Marittima a Cape Cod (1950)
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