Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Mar 10, 2017 Redazione News, Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Prevenzione Primaria 0
Sono pochi i dati disponibili sulla sicurezza e l’efficacia dei fitoterapici per trattare le malattie cardiovascolari, ma sono rimedi popolari tra i pazienti con malattie cardiovascolari. Si stima che una persona su 5 abbia fatto uso di un fitoterapico almeno una volta nella vita.
Uno studio italiano pubblicato nel Journal of American College of Cardiology ha verificato le evidenze scientifiche su 42 farmaci a base di erbe per i quali erano disponibili dati sul possibile trattamento per una o più condizioni cardiovascolari, tra cui l’ipertensione, insufficienza cardiaca, cardiopatia ischemica, dislipidemia e arteriopatia periferica.
Nella review, la maggior parte dei fitoterapici ha dimostrato di poter influenzare i meccanismi biologici alla base delle malattie cardiovascolari grazie a un’attività di tipo antiossidante e antinfiammatoria.
Tuttavia, la ricerca clinica non ha ad oggi documentato con certezza l’utilità dei fitoterapici e non ha chiarito i possibili effetti collaterali.
Come riportato in tabella, tra i fitoterapici esaminati, l’olio di semi di lino, il cardo mariano, i semi d’uva, il tè verde, il biancospino, l’aglio e la soia potrebbero avere un’azione benefica sui livelli di pressione arteriosa, di lipidi nel sangue e sul controllo glicemico. Tuttavia, tali benefici devono ancora essere confermati in studi clinici ampi e metodologicamente più adeguati rispetto a quelli ad oggi disponibili.
Rimane ancora completamente da stabilire se l’utilizzo di altre erbe quali l’astragalo, il ginseng e il ginkgo biloba possa dare qualche beneficio in termini di riduzione del rischio cardiovascolare.
Mentre poi sono scarsi anche i dati sulla sicurezza nel trattamento delle malattie cardiovascolari, i fitoterapici sono potenzialmente in grado di interagire con i farmaci tradizionali perché ne condividono le stesse vie metaboliche e ciò può modificare in eccesso o in difetto l’attività dei farmaci o determinare reazioni avverse anche gravi quali sanguinamenti o aritmie.
Gli autori osservano che sono molti i pazienti che tendono ad assumere i fitoterapici senza riferirlo al medico, probabilmente perché non ritengono che i fitoterapici possano causare gravi effetti collaterali. I medici, concludono gli autori, dovrebbero migliorare la loro conoscenza sui fitoterapici per valutare adeguatamente le implicazioni cliniche relative al loro utilizzo e discutere con il paziente il loro profilo di rischio-beneficio.
Fonte
Herbal medications in cardiovascular medicine. J Am Coll Cardiol. 2017;69(9):1188-1199. doi: 10.1016/j.jacc.2016.11.078
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