Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Mar 31, 2017 Gaetano D'Ambrosio Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Soffio cardiaco Commenti disabilitati su Gestione del paziente con valvulopatia. Le novità nelle linee guida AHA/ACC 2017
Le principali società scientifiche cardiologiche degli Stati Uniti hanno pubblicato un aggiornamento delle linee guida sulla gestione dei pazienti con valvulopatia. La precedente versione è datata 2014 ma la mole di evidenze emersa in questi anni ha richiesto un aggiornamento puntuale su una serie di questioni di grande rilievo:
Quali pazienti hanno ancora bisogno della profilassi antibiotica dell’endocardite batterica?
Quando e con quali farmaci effettuare la terapia anticoagulante in pazienti con fibrillazione atriale e valvolopatia?
Quando sono indicate la sostituzione valvolare chirurgica (AVR) o trans catetere (TAVR) per la stenosi aortica?
Come valutare la gravità e come trattare l’insufficienza mitralica primitiva e secondaria?
Come scegliere il tipo di protesi valvolare (meccanica o biologica)?
Quale tipo di terapia antitrombotica adottare nei pazienti con protesi valvolare?
Quando effettuare la bridging-therapy nei pazienti con protesi valvolari che devono essere sottoposti a procedure diagnostiche o chirurgiche a rischio di sanguinamento?
Come gestire il paziente con malfunzionamento della protesi valvolare?
Alcune di queste domande sono di interesse squisitamente specialistico altre, invece, rivestono un interesse più generale.
Si pensi, per esempio, alla profilassi antibiotica dell’endocardite batterica, procedura sulla cui reale efficacia non vi sono solide evidenze scientifiche e che è tuttora largamente abusata soprattutto in ambito odontoiatrico. Il documento ne restringe l’uso alle procedure e ai pazienti a più alto rischio (portatori di protesi valvolari o di altro materiale protesico, affetti da cardiopatia congenite, trapiantati, pazienti che hanno già subito un episodio endocarditico).
Un’altra area di grande interesse è quella relativa alla possibilità di utilizzare gli anticoagulanti diretti (DOAC) nei pazienti con valvolopatia e fibrillazione atriale: l’uso esclusivo degli AVK rimane limitato ai pazienti con stenosi valvolare reumatica e a quelli con protesi valvolare meccanica, in accordo con le linee guida europee.
Infine, un altro problema molto frequente nella pratica anche del Medico di Medicina Generale è quello relativo alla opportunità di effettuare una terapia ponte (bridging-therapy) nei pazienti anticoagulati con AVK che devono sottoporsi a procedure a rischio di sanguinamento. E’ una pratica ancora adottata in modo sistematico, indipendentemente dal rischio trombotico ed emorragico caratteristici del paziente e della procedura a cui deve sottoporsi, nonostante sia stato documentato come in molti casi esponga ad un maggior rischio di sanguinamento senza significativi benefici nei confronti della prevenzione degli eventi trombotici.
Il documento AHA/ACC restringe l’utilizzo della bridging-therapy ai pazienti con protesi valvolare meccanica che devono sottoporsi a procedure a rischio elevato di sanguinamento (sono esclusi, quindi, gli interventi di rimozione della cataratta e le estrazioni dentarie) e sempre dopo una accurata valutazione individuale del rapporto tra rischi e benefici, in accordo con gli attuali orientamenti espressi anche da altre linee guida.
Fonte
2017 AHA/ACC Focused Update of the 2014 AHA/ACC Guideline for the Management of Patients With Valvular Heart Disease. Circulation. 2017 Mar 15 [Epub ahead of print]
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