Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Mar 09, 2017 Gaetano D'Ambrosio Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Ipertensione 2
Lo studio SPRINT ha documentato i benefici clinici derivanti dall’obiettivo di portare i valori di pressione sistolica negli ipertesi al di sotto di 120 mmHg anche nei pazienti di età superiore a 75 anni. Questi risultati, non ancora recepiti dalle linee guida, hanno suscitato molte perplessità nei medici perché sembrano contraddire alcune osservazioni epidemiologiche e, soprattutto, l’esperienza derivante dalla pratica quotidiana.
Davvero dobbiamo perseguire un target pressorio così ambizioso (< di 120 mmHg) in tutti i pazienti ipertesi in età geriatrica?
Un interessante articolo pubblicato sul Journal of the American Geriatrics Society ci aiuta a dare una risposta a questa domanda interpretando criticamente i risultati dello studio SPRINT.
Una prima riflessione deriva dalla considerazione delle fondamentali differenze che esistono tra la pratica clinica routinaria e le procedure adottate nei trial clinici in generale e nello studio SPRINT in particolare.
Gli autori dello studio fanno notare che, sebbene i protocolli rigidi dei trial clinici siano considerati un elemento che condiziona negativamente la trasferibilità dei risultati nella pratica quotidiana, nel caso dell’ipertensione arteriosa, le procedure operative adottate nei trial sono sempre più raccomandate come uno standard di cura.
In particolare, utilizzare un apparecchio automatico, un bracciale adeguato alla circonferenza del braccio del paziente, far riposare il paziente in posizione seduta per qualche minuto, misurare la pressione evitando che il paziente parli, effettuare due o tre misure consecutive, sono accorgimenti che molto spesso conducono a valori di pressione significativamente più bassi. Del resto é esperienza comune che una singola misura effettuata frettolosamente può produrre in molti soggetti valori pressori più alti che non vengono confermati nelle misure successive.
Di tutto ciò é ovviamente necessario tenere conto se si vogliono applicare i risultati dello studio SPRINT nella pratica clinica, essendo evidentemente più facile raggiungere obiettivi ambiziosi se si misura la pressione seguendo il protocollo raccomandato.
Un altro aspetto importante é rappresentato dalla valutazione della ipotensione ortostatica, condizione molto frequente nei soggetti anziani. Nello studio SPRINT i soggetti con valori di sistolica inferiori a 110 mmHg dopo un minuto di ortostatismo (9.4% dei soggetti valutati per l’elegibilità) erano esclusi dallo studio. Inoltre, il protocollo prevedeva la valutazione routinaria della pressione in ortostatismo durante le visita di controllo, cosa che raramente viene fatta nella pratica clinica quotidiana. Non sorprende, quindi, che nello studio SPRINT, non sia stato rilevato un eccesso di cadute negli anziani del braccio di trattamento intensivo rispetto al gruppo di controllo.
Bisogna infine ricordare che nello studio SPRINT erano stati esclusi i pazienti con diabete, quelli con un pregresso ictus, con scompenso cardiaco, insufficienza renale cronica severa, rene policistico, proteinuria ed anche i soggetti per i quali si poteva prevedere una scarsa aderenza alla terapia.
Nonostante queste importanti esclusioni, la coorte di over 75 arruolata nello studio SPRINT appare comunque rappresentativa dello spettro di fragilità rilevabile nella popolazione adulta di soggetti anziani che sono in grado di recarsi nello studio del medico. Inoltre, non si può non considerare che in questa fascia di età vi sono pochi interventi la cui efficacia nel ridurre la mortalità é sostenuta da solide evidenze scientifiche.
Alla luce di tutto ciò e in attesa di un aggiornamento delle linee guida, appare ragionevole prendere in considerazione e applicare i risultati dello studio SPRINT nella popolazione geriatrica a condizione che i pazienti siano accuratamente selezionati e che vengano adottate procedure adeguate per la misurazione della pressione arteriosa.
Fonte
Applying the Systolic Blood Pressure Intervention Trial Results to Older Adults.J Am Geriatr Soc. 2017 Jan;65(1):16-21. doi: 10.1111/jgs.14681. Epub 2016 Nov 7.
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