Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Mar 23, 2017 Gaetano D'Ambrosio News, Novità Cardiopatia Ischemica, Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Scompenso cardiaco 0
I pazienti con artrite reumatoide (AR) sono esposti ad un rischio aumentato di cardiopatia ischemica e di scompenso cardiaco anche su base non ischemica.
E’ il risultato di un ampio studio eseguito in Svezia utilizzando i dati di grandi database clinici ed amministrativi grazie ai quali sono state costituite due coorti di pazienti con diagnosi di artrite reumatoide. Questi pazienti sono stati appaiati, nel rapporto 1:10, con soggetti non affetti da AR della popolazione generale in modo che fossero comparabili per età, sesso ed area di residenza.
Prima dell’esordio della malattia non si é riscontrata alcuna differenza nel rischio di scompenso nei pazienti con AR rispetto ai controlli.
Dopo l’esordio dell’artrite reumatoide, il rischio relativo di scompenso, espresso come hazard ratio (HR) é stato pari a 1.22 globalmente, 1.27 per lo scompenso su base ischemica, 1.22 per lo scompenso su base non ischemica.
Il rischio di scompenso non ischemico aumentava rapidamente dopo l’esordio della AR a differenza del rischio di scompenso su base ischemica che si manifestava più lentamente.
Nei pazienti che sviluppavano scompenso, soprattutto quello su base non ischemica, l’attività infiammatoria risultava maggiormente pronunciata.
Considerando tutti i pazienti arruolati, indipendentemente dalla data di esordio dell’artrite reumatoide, il rischio relativo per scompenso in generale, su base ischemica e su base non ischemica era rispettivamente pari a 1.77; 1.88; 1.71.
I risultati di questo studio apportano un ulteriore contributo alla ipotesi che i meccanismi dell’infiammazione giochino un ruolo importante nello sviluppo della cardiopatia ischemica e dello scompenso cardiaco. E’ noto, infatti, che l’infiammazione è presente nel processo di aterogenesi, e che nei pazienti con cardiopatia ischemica si rilevano concentrazioni elevate di proteina C-reattiva. Dai dati di questo studio, però, emerge che i pazienti con AR hanno un aumentato rischio di sviluppare anche lo scompenso su base non ischemica per cui é ipotizzabile che, nella genesi dello scompenso, siano implicati meccanismi infiammatori indipendentemente dalla presenza di un processo aterosclerotico.
Infine, la consapevolezza dell’aumentato rischio cardiovascolare, suggerisce un attento monitoraggio di questi pazienti anche dal punto di vista cardiologico.
Fonte
Association Between Rheumatoid Arthritis and Risk of Ischemic and Nonischemic Heart Failure.J Am Coll Cardiol. 2017 Mar 14;69(10):1275-1285.
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