Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Mag 19, 2017 Gaetano D'Ambrosio News, Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Prevenzione Primaria, Prevenzione Primaria (pz) 0
L’assunzione di antinfiammatori (FANS e COXIB) si associa ad aumentato rischio di infarto del miocardio, anche dopo un utilizzo di breve durata (da una settimana a un mese).
E’ il risultato di una ampia meta-analisi bayesiana condotta su 446.763 soggetti estratti da quattro ampi database canadesi ed europei.
Il complesso disegno dello studio ha consentito di valutare il rapporto tra rischio di infarto e esposizione ai farmaci in condizioni di utilizzo molto simili a quelli della pratica clinica quotidiana, ovvero, considerando soggetti che fanno un uso di anti-infiammatori molto variabile, per dose durata, dose e continuità di assunzione, a differenza di quanto accade nei trial clinici.
Sono stati valutati i seguenti farmaci: rofecoxib, celecoxib, diclofenac, ibuprofene, naprossene. L’esposizione è stata classificata in funzione della tempistica (attuale, recente, pregressa), della dose (alta o bassa) e della durata della terapia.
Il rischio relativo di infarto, nei pazienti trattati rispetto ai controlli non esposti a farmaci antinfiammatori, è riportato, per ciascuno dei farmaci considerati, nella tabella.
Da questi valori emerge che l’uso di celecoxib non è associato ad un rischio cardiovascolare più elevato rispetto ai FANS non selettivi ma è certamente più sicuro del rofecoxib, molecola per questo ritirata dal commercio.
Questi risultati non differiscono da quelli di un trial recente che ha dimostrato per il celecoxib un rischio di eventi cardiovascolari non dissimile da quello correlato a naprossene e ibuprofene a fronte di una maggiore sicurezza in termini di eventi emorragici gastrointestinali.
Un importante elemento di novità della presente meta-analisi è rappresentato dalla constatazione che il rischio cardiovascolare determinato dai farmaci antinfiammatori si manifesta molto presto, fin dalla prima settimana di utilizzo, non aumenta con un uso più prolungato ma è maggiore quando i farmaci sono utilizzati a dosi più elevate.
I FANS sono temuti, da medici e pazienti, per il loro potenziale gastrolesività, tanto che gli inibitori della pompa protonica sono utilizzati sistematicamente e spesso in modo inappropriato a scopo di gastroprotezione.
Minore attenzione è rivolta al potenziale rischio cardiovascolare che questo studio ci ricorda essere almeno altrettanto importante e rilevante anche per un utilizzo limitato nel tempo. Un monito per i medici ma anche per il pazienti che spesso assumono in modo autonomo questi farmaci a scopo anti-dolorifico.
Fonte
Risk of acute myocardial infarction with NSAIDs in real world use: bayesian meta-analysis of individual patient data.BMJ. 2017 May 9;357:j1909. doi: 10.1136/bmj.j1909.
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