Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Mag 23, 2017 Redazione Novità dalla ricerca, Novità Fibrillazione Atriale, Novità Homepage, Novità Prevenzione Primaria Commenti disabilitati su Fibrillazione e rischio ictus: il CHA2DS2-VASc aumenta i candidati per anticoagulanti (NAO/DOAC)
Utilizzando lo score CHA2-DS2-VASc, due pazienti con fibrillazione atriale su tre, che risultano a basso rischio trombo-embolico utilizzando lo score CHADS2, devono essere ricollocati in una classe di rischio più elevata con indicazione forte alla terapia anticoagulante (NAO/DOAC) per la prevenzione dell’ictus (stroke).
Sono questi in sintesi i risultati di un’analisi del registro nazionale dell’American College of Cardiology su dati relativi al periodo 2008-2014.
In questo lavoro, i ricercatori hanno cercato di definire la percentuale di pazienti con fibrillazione ritenuti candidati ad anticoagulazione orale applicando il punteggio CHA2DS2-VASc, come previsto dalle linee guida americane 2014 a pazienti con un basso punteggio CHADS2. È stata considerata anche la graduale introduzione degli anticoagulanti orali ad azione diretta (DOAC) nell’AF non valvolare in alternativa al warfarin, attualmente raccomandati con punteggi CHA2DS2-VASc pari o superiori a 2.
Una valutazione su ampia scala nel mondo reale dell’uso del punteggio CHA2DS2-VASc al posto dello score CHADS2 non era mai stata eseguita in precedenza
I ricercatori, analizzando l’ampio registro ACC NCDR-PINNACLE per il periodo 2008-2014 hanno scoperto che circa il 64,5% dei pazienti con fibrillazione precedentemente classificati come a basso rischio di ictus in base al punteggio CHADS2 pari a 0- 1, sono stati riclassificati come candidati alla prescrizione di anticoagulanti orali con indicazione di classe I in base al punteggio CHA2DS2-VASc pari o superiore a 2.
Valori più elevati dei punteggi CHAD2 e CHA2DS2-VASc, la strategia di controllo del ritmo, un più alto indice di massa corporea e l’etnia caucasica sono stati associati a una maggiore probabilità di prescrizione di anticoagulanti orali, mentre una pregressa ablazione per fibrillazione è associata a una minore probabilità di prescrizione.
Gli autori osservano che l’impiego dell’anticoagulazione orale è aumentato complessivamente tra il 2008 e il 2014, includendo la prescrizione dei DOAC, specie a partire dalla loro introduzione nel 2011, con diverse caratteristiche associate a una maggiore o minore probabilità di prescrizione rispetto agli anticoagulanti tradizionali.
Nonostante il trend la prescrizione di questi farmaci sia in costante aumento, rimane un grande ‘gap’ tra i tassi di prescrizione di anticoagulanti osservati e quelli raccomandati dalle linee guida.
Questo dato, concludono gli autori, rappresenta un’opportunità per una maggiore continuità negli sforzi per ridurre il rischio di ictus nei pazienti con fibrillazione atriale.
Fonte
Contemporary Trends in Oral Anticoagulant Prescription in Atrial Fibrillation Patients at Low to Moderate Risk of Stroke After Guideline-Recommended Change in Use of the CHADS2 to the CHA2DS2-VASc Score for Thromboembolic Risk Assessment. Analysis From the National Cardiovascular Data Registry’s Outpatient Practice Innovation and Clinical Excellence Atrial Fibrillation Registry. Circ Cardiovasc Qual Outcomes, 2017;10:e003476.Originally published May 15, 2017
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