Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Giu 21, 2017 Redazione Farmaci Fibrillazione atriale, Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Ipertensione, Novità Prevenzione Primaria Commenti disabilitati su Anticoagulanti (DOAC): attenzione al dosaggio. Dati real life
In uno studio su quasi 15.000 pazienti in terapia con anticoagulanti orali diretti (DOAC) per fibrillazione atriale, oltre il 40% di coloro che, per problemi renali, dovevano ricevere una dose ridotta, continuava ad assumere la dose standard, mentre più del 10% di quelli che non avevano indicazione di una riduzione del dosaggio, erano sottodosati.
Gli autori ricordano che tutti i DOAC/NAO sono eliminati dal rene in maniera variabile (80% per dabigatran, 50% per edoxaban, 35% per rivaroxaban e 27% per apixaban) per questo è indicata la riduzione del dosaggio in pazienti con insufficienza renale clinicamente significativa. Se la dose non viene adeguata, questi pazienti, in pratica sovradosati, hanno un rischio cinque volte più alto di sanguinamento maggiore. Se invece viene somministrata una dose inferiore, raddoppia il rischio di ictus.
L’obiettivo dello studio era di indagare, in una grande coorte eterogenea di pazienti con fibrillazione atriale, i diversi dosaggi dei DOAC e i rischi di ictus e sanguinamento maggiore nella pratica clinica di routine.
Dal database amministrativo americano (ORBIT II), impiegato nello studio, sono stati considerati 14.865 pazienti affetti da fibrillazione atriale trattati con apixaban, dabigatran o rivaroxaban tra il 1° ottobre 2010 e il 30 settembre 2015.
Tra i 1.473 pazienti con funzionalità renale compromessa e indicazione di riduzione della dose, il 43% riceveva un sovradosaggio e presentava un più alto rischio di sanguinamento maggiore (Hr: 2,19; 95% Ic: 1,07-4,46) ma nessuna differenza statisticamente significativa sull’ictus.
Tra i 13.392 pazienti con funzionalità renale nella norma, quindi senza alcuna indicazione di riduzione della dose, il 13,3% era potenzialmente esposto a una dose inferiore rispetto a quella standard. Questo sottodosaggio è stato associato a un più alto rischio di ictus (Hr: 4,87; 95% Ic: 1,30-18.26).
Nessuna differenza statisticamente significativa nel sanguinamento maggiore si è osservata nei pazienti trattati con apixaban. Non sono state rilevate associazioni statisticamente significative nei pazienti trattati con dabigatran o rivaroxaban senza indicazione renale di riduzione della dose. Quest’ultimo dato dovrà essere indagato meglio per capire se è solo apixaban a dosi più basse a determinare un maggior rischio di ictus, diversamente dagli altri DOAC.
Un editoriale di commento allo studio sottolinea che le linee guida e le raccomandazioni di prescrizione da parte dei medici dovrebbero sempre essere adattate alle esigenze del singolo paziente. Secondo gli autori, anche se il desiderio di evitare il sanguinamento è una inclinazione naturale de medico, questo studio ha dimostrato che la riduzione della dose, senza indicazione formale, non porta a risultati migliori e addirittura potrebbe essere pericolosa per il paziente.
Fonte
Non-Vitamin K Antagonist Oral Anticoagulant Dosing in Patients With Atrial Fibrillation and Renal Dysfunction. J Am Coll Cardiol. 2017 Jun 13;69(23):2779-2790. doi: 10.1016/j.jacc.2017.03.600.
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