Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Giu 26, 2017 Redazione Farmaci Prevenzione secondaria, Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Prevenzione Secondaria Commenti disabilitati su Canakinumab dopo infarto? I primi dati positivi sull’antinfiammatorio. Studio CANTOS
Nei pazienti che hanno avuto un infarto e sofforno di aterosclerosi con componente infiammatoria, la somministrazione di canakinumab (ACZ885) in aggiunta alle terapie standard, riduce il rischio di eventi cardiovascolari maggiori (MACE, major adverse cardiovascular events), quali morte cardiovascolare, infarto miocardico non fatale e ictus non fatale.
Sono questi i risultati topline dello studio CANTOS (Canakinumab Anti-inflammatory Thrombosis Outcomes Study, NCT01327846), trial di fase III randomizzato, in doppio cieco, controllato verso placebo, evento-guidato, disegnato per valutare l’efficacia, la sicurezza e la tollerabilità della somministrazione trimestrale per iniezione sottocutanea dell’anticorpo monoclonale canakinumab in aggiunta alla terapia standard, nella prevenzione degli eventi cardiovascolari ricorrenti in 10.061 pazienti con infarto miocardico (IM) pregresso e con un livello di proteina C-reattiva ad alta sensibilità (hsCRP/PCR) ≥2mg/l. Lo studio è durato circa sei anni
Nonostante i trattamenti attuali i pazienti che sopravvivono ad un attacco cardiaco hanno un rischio aumentato di recidiva di infarto, ictus o di morte per cause cardiovascolari e il 25% di essi va incontro ad uno di questi eventi entro 5 anni. Si può stimare che nel 40% dei sopravvissuti a un infarto, il rischio elevato sia strettamente correlato ad un meccanismo infiammatorio, come documentato da livelli elevati di PCR.
I MACE ricorrenti nei pazienti con aterosclerosi con componente infiammatoria sono associati a un aumento di morbilità e mortalità, e a una diminuzione della qualità della vita, e rappresentano attualmente un importante onere economico per i pazienti e i sistemi sanitari di tutto il mondo.
I risultati dello studio CANTOS, che saranno presentati in occasione di un prossimo congresso medico, aprono una nuova prospettiva di cura per i pazienti.
Canakinumab è la prima e unica molecola sperimentale a dimostrare che, agendo in modo selettivo sull’infiammazione come target terapeutico, riduce il rischio cardiovascolare in pazienti con un precedente episodio di attacco cardiaco e aterosclerosi con componente infiammatoria.
In particolare, canakinumab (commercializzato come Ilaris da Novartis), indicato per patologie infiammatorie gravi di origine autoimmune è un anticorpo monoclonale, interamente umanizzato selettivo e ad alta affinità, che inibisce l’interleuchina-1 beta (IL-1 β), una citochina chiave nel pathway infiammatorio noto per stimolare la continua progressione dell’aterosclerosi infiammatoria. Canakinumab agisce bloccando l’azione dell’IL-1β per un periodo prolungato di tempo, riducendo l’infiammazione causata dalla sua eccessiva produzione.
L’azienda, in un comunicato stampa, afferma di prevedere a breve di procedere con le autorità regolatorie per l’autorizzazione alla nuova indicazione.
Fonte
Novartis Phase III study shows ACZ885 (canakinumab) reduces cardiovascular risk in people who survived a heart attack. Press release jun 22, 2017
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