Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
L’ictus è un attacco cerebrale! Preveniamolo e curiamolo!. E’ questolo slogan della Giornata Mondiale del Cervello, che si celebra il 22 luglio di ogni anno su iniziativa della World Federation of Neurology (WFN), ONG affiliata dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
L’ictus rappresenta circa il 12% di tutte le cause di morte a livello globale. Tra le persone che, ogni anno, sopravvivono a un ictus, 5 milioni presentano gravi forme di invalidità con importanti ripercussioni sulla qualità di vita dei pazienti stessi e dei loro familiari.
La buona notizia è che l’ictus (stroke) si può prevenire intervenendo sui principali fattori di rischio, come ipertensione, obesità, ipercolesterolemia, ma anche malattie cardiache tra cui la fibrillazione atriale (FA), l’alterazione del ritmo cardiaco responsabile di circa il 15% di tutti gli ictus trombo-embolici. Un’efficace prevenzione della FA avrebbe un impattto positivo sia intermini di salute dei pazienti, sia per il Sistema sanitario, ma solo la metà dei pazienti ha accesso alle terapie con anticoagulanti orali diretti (DOAC).
In Italia la fibrillazione atriale colpisce circa 1 milione di persone e si associa ad un rischio globale di incorrere in un ictus cerebrale 5 volte maggiore rispetto alla popolazione che non soffre di questa patologia.
Recenti dati dello Studio Europeo Euro Heart Survey hanno permesso di stimare l’impatto economico della fibrillazione atriale in 5 Paesi europei, tra cui l’Italia, da cui risulta che il costo medio annuo per ogni paziente, nel nostro Paese, è pari a oltre 3.000 euro, dove le ospedalizzazioni e le procedure interventistiche, influiscono per il 70%.
Da alcuni anni sono disponibili gli anticoagulanti orali diretti (DOAC), efficaci e più sicuri e maneggevoli rispetto al warfarin, ma nonostante il rapporto positivo costo/efficacia, sono utilizzati solo nel 50% dei pazienti che dovrebbero farne uso.
A causa, quindi, dei limiti oggettivi clinici e gestionali, il numero dei pazienti con maggior bisogno clinico non soddisfatto in questa patologia è ancora elevato. Il trattamento di questi pazienti con un DOAC, in base a un report realizzato per Rivaroxaban (uno dei DOAC) consentirebbe una più efficace prevenzione degli ictus, quantificabile in circa 11.000 casi evitabili all’anno, che corrisponderebbero a un risparmio per il Sistema Sanitario Nazionale di circa 230 milioni di euro per anno. 1
Si stima, infatti, che il costo medio annuo per paziente colpito da ictus a carico del SSN sia di circa 20.000 euro, mentre i costi medi annui per paziente a carico della famiglia, (assistenza, riabilitazione, farmaci, analisi, visite, ecc.) e della collettività (mancato reddito da lavoro del paziente e del caregiver) corrispondano a circa 30.000 euro.
I risultati dello studio dimostrano, nell’arco temporale di tre anni, come l’introduzione di rivaroxaban, con quote di mercato incrementali (dall’8% nel primo anno, fino al 30% nel terzo anno) consenta di ridurre gli eventi di ictus, embolia sistemica e infarto del miocardio con un risparmio complessivo di risorse sanitarie, nonostante un incremento della spesa farmaceutica.
Nello specifico, in questo scenario, per quanto riguarda la riduzione degli ictus è stato stimato nel primo anno una diminuzione di 642 eventi, nel secondo di 636 e nel terzo di 2.504. Per quanto riguarda il risparmio complessivo a carico del SSN, dovuto all’introduzione di questa molecola, è possibile parlare di 7 milioni di euro nel primo anno, 19 milioni di euro nel secondo anno e 32 milioni di euro nel terzo anno .
L’introduzione dei DOAC nella pratica clinica quotidiana, pur determinando un aumento della spesa farmaceutica, grazie ai vantaggi introdotti rispetto alle terapie tradizionali, consentire una riduzione dei costi sanitari, rendendo, pertanto, sostenibile l’utilizzo clinico di questa categoria farmacologica, soprattutto alla luce dell’efficacia in termini di prevenzione. Il cervello si può quindi salvare dall’ictus, con cure adeguate.
Fonte
Rivaroxaban per la prevenzione dell’ictus in pazienti con Fibrillazione Atriale: i risultati di una valutazione HTA. QIJPH. Year 2013, Volume 2, Number 7.
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Complimenti per le ottime e puntuali recensioni su farmaci, terapie e studi.
Vi seguo con molto interesse e grande attenzione.
Grazie.
Giuseppe R. Negro