Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Ago 29, 2017 Redazione News, Novità Homepage 0
Il matrimonio protegge il cuore. Nei pazienti ad alto rischio cardiovascolare o vittime di un infarto del miocardio, l’essere sposati si associa a una maggiore sopravvivenza, secondo i risultati di uno studio inglese presentato al Congresso annuale dell’European Society of Cardiology (ESC) in corso a Barcellona dal 26 al 30 agosto.
I ricercatori hanno analizzato la relazione tra status matrimoniale e salute cardiovascolare relativa a 929.552 soggetti del database Algorithm for Comorbidities, Associations, Length of Stay and Mortality (ACALM) ricoverati tra il 2000 e il 2013. Il campione era composto da 25.287 sopravvissuti a un infarto del miocardio, 16.8431 con ipertensione, 53.055 con ipercolesterolemia e 68.098 con diabete di tipo 2.
I parteciapnti sono stati suddivisi in quattro gruppi: single, sposati, divorziati o vedovi. Al termine del follow-up è emerso un maggiore tasso di sopravvivenza tra i soggetti coinvolti in una relazione matrimoniale, rispetto a quelli non sposati.
In particolare, la probabilità di essere ancora in vita al termine dello studio è aumentata del 14% nei pazienti post infarto, del 16% in quelli con ipercolesterolemia, del 14% in quelli con diabete e del 10% negli ipertesi.
Gli autori osservano che il matrimonio offre un supporto fisico ed emotivo a diversi livelli dall’incoraggiamento a seguire stili di vita più sani, all’aiuto nell’affrontare la patologia e i trattamenti. Come è noto, la natura del rapporto affettivo ha risvolti importanti sui ffattori di rischio cardiovascoalri: lo stress di un divorzio, come è noto, aumenta il rischio di infato, sorpattutto nelle donne.
Per quanto questo effetto protettivo fosse già stato descritto in casistiche precedenti, la ricerca della ACALM Study Unit rappresenta uno degli studi più ampi in questo ambito. È inoltre il primo ad aver dimostrato che i benefici associati al matrimonio non riguardano solo soggetti che hanno avuto un infarto, ma anche quelli con fattori di rischio quali ipertensione, dibete e ipercolesterolemia che sono responsabili dell’80% degli eventi cardiaci.
Lo studio, concludono gli autori, sottolinea indirettamente che, in seguito a un evento cardiaco importante, la speranza di vita dei pazienti aumenta se ricevono il giusto supporto dal coniuge, dagli amici, dalla famiglia o da chiunque essi decidano di coinvolgere nel loro processo di cura. I medici, a loro volta, dovrebbero adottare un approccio olistico e incoraggiare la partecipazione a gruppi di supporto e corsi di riabilitazione.
Fonte
Married patients with heart disease have better survival rates. ESC Press release. 28 Aug 2017
Dic 10, 2019 Commenti disabilitati su Confronto tra le linee guida per l’ipertensione ACC/AHA e ESC / ESH
Nov 04, 2019 Commenti disabilitati su I cambiamenti della retina offrono uno sguardo sulla salute del cuore e del corpo
Lug 01, 2019 Commenti disabilitati su Ipertensione da camice bianco (WCH) associata ad un rischio cardiovascolare più elevato rispetto a quello dei soggetti normotesi
Mar 12, 2019 Commenti disabilitati su Ipertensione in età adolescenziale associata con futura nefropatia
Nov 07, 2020 Commenti disabilitati su Pneumopatia da COVID-19: il punto di vista del Medico Vascolare. “Position paper” patrocinato dalla SIDV e della SIMV
Ott 12, 2020 Commenti disabilitati su Pazienti con diabete tipo 2 a maggior rischio di demenza vascolare rispetto ad altre demenze
Ott 12, 2020 0
Ott 08, 2020 Commenti disabilitati su Studio EMPEROR-Reduced: il vantaggio di Empagliflozin rimane stabile sopra Sacubitril/Valsartan