Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Ago 28, 2017 Gaetano D'Ambrosio Farmaci Prevenzione secondaria, Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Prevenzione Secondaria Commenti disabilitati su Un antinfiammatorio (canakinumab) riduce nuovi eventi cardiovascolari. Studio CANTOS #esc2017
Una possibile risposta nella prevenzione della metà degli eventi cardiovascolari che accadono in soggetti con colesterolo normale arriva dai risultati dello studio CANTOS sull’impiego di canakinumab, un antinfiammatorio monoclonale, presentati al Congresso della European Society of Cardiology (#esc2017).
Nella patogenesi del processo aterosclerotico un ruolo rilevante è attribuito al meccanismo infiammatorio tanto che la riduzione dei livelli plasmatici di proteina C reattiva (PCR) è stata considerata un obiettivo della terapia anti-arteriosclerotica. Non era mai stato dimostrato, però, che un trattamento puramente antinfiammatorio producesse un beneficio clinico in pazienti ad alto rischio cardiovascolare.
Sono stati presentati al congresso ESC 2017, in corso a Barcellona dal 26 al 30 agosto, i risultati dello studio CANTOS, un trial clinico di fase III, randomizzato e controllato che ha testato l’efficacia dl canakinumab, un anticorpo monoclonale capace di bloccare l’interleukina-1beta, nel prevenire gli eventi cardiovascolari maggiori (infarto non fatale, ictus non fatale e morte cardiovascolare) in oltre 10.000 pazienti con pregresso infarto del miocardio e livelli plasmatici di proteina C reattiva superiori a 2 mg/L.
farmaco, dotato di potente azione antiinfiammatoria e già utilizzato in ambito reumatologico, è stato somministrato alla dose di 50, 150 o 300 mg ogni 3 mesi per via sottocutanea e confrontato col placebo.
Nei pazienti trattati con il farmaco non si è osservata alcuna variazione dei lipidi plasmatici. Al contrario, dopo 48 mesi di trattamento, nei tre bracci di trattamento si è osservata una riduzione dei livelli di proteina C reattiva superiore al placebo rispettivamente del 26%, 37% e 41%.
Dopo un follow-up mediano di 3.7 anni l’incidenza di eventi cardiovascolari è risultata significativamente ridotta di circa il 15% nei pazienti trattati con 150 mg o 300 mg di canakinumab.
Con il dosaggio di 150 mg si è raggiunta la significatività statistica anche per l’end-point secondario che comprendeva l’ospedalizzazione per angina instabile richiedente rivascolarizzazione urgente (HR 0.83, IC95% 0.73 – 0.95).
Nei pazienti trattati non si è osservata una riduzione significativa della mortalità per tutte le cause (HR 0.94, IC95% 0.83-1.06) e si è riscontrata una maggiore incidenza di infezioni fatali.
I risultati di questo studio sono estremamente interessanti perché per la prima volta documentano la possibilità di ridurre l’incidenza di eventi cardiovascolari agendo esclusivamente sull’infiammazione senza modificare le concentrazioni plasmatiche di colesterolo, portando così una importante evidenza a favore del ruolo del processo infiammatorio nell’aterosclerosi.
La riduzione ottenuta è di entità paragonabile a quella ottenuta con gli inibitori della PCSK9 i farmaci più innovativi in grado di ridurre drasticamente le concentrazioni plasmatiche di colesterolo.
Si apre, quindi, un nuovo filone di ricerca che si spera possa condurre ad ulteriori risultati nella terapia delle malattie cardiovascolari anche se, allo stato attuale, i costi del trattamento sono molto elevati.
Ricordiamo come nella prevenzione cardiovascolare secondaria, molti benefici potrebbero ancora essere ottenuti con l’approccio terapeutico tradizionale contrastando l’inerzia terapeutica del medico e la ridotta aderenza del paziente alle terapie.
In un’analisi esplorativa dello studio, in 196 pazienti con cancro, canakinumab ha dimostrato di ridurre la mortalità totale, soprattutto per il cancro al polmone. Anche in questo caso la rispoosta era dose-dipendente. Questi dati, osservano gli autori, sono solo utili per aprire ulteriori studi di approfondimento sul ruolo dell’infiammazione anche nella patologia tumorale.
Fonte
Antiinflammatory Therapy with Canakinumab for Atherosclerotic Disease.N Engl J Med. August 27, 2017
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