Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Set 14, 2017 Redazione Farmaci diabete, Novità dalla ricerca, Novità Diabete, Novità Homepage Commenti disabilitati su A prescindere dalla glicemia, empagliflozin riduce la mortalità in pazienti con diabete
In pazienti con diabete di tipo 2 e malattia cardiovascolare accertata, empagliflozin in aggiunto ad antidiabetici di prima o seconda linea (metformina o sulfanilurea) riduce del 38% il rischio di mortalità cardiovascolare indipendentemente dal controllo glicemico all’inizio dello studio.
Sono i nuovi risultati post-hoc dello studio cardine EMPA-REG OUTCOME presentati da Boehringer Ingelheim ed Eli Lilly and Company in occasione della 53^ edizione del Congresso Annuale dell’Associazione Europea per lo Studio del Diabete (EASD) in corso a Lisbona.
I pazienti con diabete e con malattia cardiovascolare – coronaropatia, arteriopatia periferia o storia di infarto del miocardio o ictus- sono stati divisi in quattro gruppi in base ai livelli di glicemia all’inizio dello studio: livelli di emoglobina glicata HbA1c <7,0%, da 7,0% a <8,0%, da 8,0% a <9,0% e ³9,0%. In tutti i quattro gruppi che hanno ricevuto empagliflozin è stata dimostrata una riduzione del rischio di mortalità cardiovascolare rispetto a placebo.
Questi risultati sono omogenei rispetto alla riduzione del rischio riscontrata nella popolazione complessiva dello studio (38%) e indipendenti dal miglioramento del controllo glicemico, a seguito dell’introduzione della terapia (misurata come riduzione del livello di HbA1c di ≥ 0,5% alla settimana 12).
Ulteriori analisi post-hoc hanno dimostrato che, quando empagliflozin è stato aggiunto a metformina o sulfanilurea, la riduzione della mortalità cardiovascolare vs placebo è stata omogenea rispetto a quella riscontrata nella popolazione complessiva dello studio. Queste analisi dimostrano, inoltre, che la percentuale di pazienti con eventi avversi ipoglicemici è stata simile nei gruppi in terapia con empagliflozin, rispetto a placebo.
I risultati dello studio cardine EMPA-REG OUTCOME, che ha coinvolto 7.020 pazienti, pubblicati sul New England Journal of Medicine nel 2015, avevano dimostrato che empagliflozin, quando aggiunto a terapia standard (farmaci ipoglicemizzanti e farmaci di protezione cardiovascolare), riduce il rischio relativo di mortalità cardiovascolare del 38% vs placebo in pazienti con diabete di tipo 2 e malattia cardiovascolare accertata. Il profilo complessivo di sicurezza di empagliflozin è stato omogeneo rispetto a quello riscontrato in precedenti studi clinici e indicato nel foglio illustrativo del farmaco.
La malattia cardiovascolare è la principale causa di mortalità in soggetti con diabete di tipo 2. I risultati presentati a EASD forniscono ulteriori evidenze del beneficio che empagliflozin, inibitore del co-trasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT2) per somministrazione orale, può offrire a pazienti con diverso controllo glicemico.
Fonte
Does baseline HbA1c or change in HbA1c predict the reduction in cardiovascular (CV) death with empagliflozin? Results from EMPA-REG OUTCOME. Poster No. [916] at 53rd Annual Meeting of the European Association for the Study of Diabetes. Sept 11-15, Lisbon, Portugal.
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