Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Ott 23, 2017 Redazione Novità Cardiopatia Ischemica, Novità dalla ricerca, Novità Homepage Commenti disabilitati su Anche negli anziani con sindrome coronarica acuta ok a prasugrel e ticagrelor. Studio italiano
Gli inibitori del recettore piastrinico dell’adenosin-difosfato P2Y12 (prasugrel e ticagrelor) dovrebbero essere impiegati anche in pazienti anziani con sindrome coronarica acuta (SCA) che non sarebbero elegibili solo a causa dell’età avanzata. Uno studio italiano, recentemente pubblicato, ha infatti dimostrato che, nel trattamento della SCA, l’effetto antiaggregante di prasugrel e ticagrelor, rispetto a clopidogrel, è sicuro ed efficace nei pazienti anziani e in quelli più giovani. I pazienti anziani rappresentano una quota significativa di coloro che hanno una sindrome coronarica acuta, molto superiore al tasso di arruolamento nei trial clinici randomizzato.
Un grande studio – TRITON-TIMI 38 (TRial to assess Improvement in Therapeutic outcomes by Optimizing platelet inhibition with prasugrel) – ha suggerito che un’età pari o superiore a 75 anni potrebbe essere una controindicazione relativa all’uso di prasugrel a causa di maggiori rischi di sanguinamento, specificano Tarantini e gli altri autori della revisione sistematica e meta-analisi per valutare l’efficacia e la sicurezza dei potenti inibitori P2Y12 prasugrel e ticagrelor rispetto al clopidogrel nei pazienti anziani con SCA e confrontare i loro effetti con quelli su pazienti con sindrome coronarica non anziani.
Nello studio sono stati inclusi complessivamente 7.860 pazienti anziani e 37.857 pazienti non anziani provenienti da 7 studi (5 trial controllati randomizzati e 2 studi osservazionali). I farmaci potenti inibitori del recettore P2Y12 hanno significativamente ridotto l’endpoint di efficacia in pazienti non anziani (rischio relativo [RR] 0,85, 95% [intervallo di confidenza] CI 0,79-0,93) e meno in pazienti anziani (RR 0,95, 95% CI 0,86-1,05).
Non sono state riscontrate differenze significative tra potenti inibitori del recettore P2Y12 e clopidogrel in termini di endpoint di sicurezza sia in pazienti anziani (RR 1,19, 95% CI 0,95-1,49) sia in pazienti non anziani (RR 1,16, 95% CI 0,95-1,41). Non ci sono state interazioni significative tra l’età e l’effetto di trattamento in entrambe le analisi (P di inteazione per efficacia = 0,16, per sicurezza = 0,83).
L’utilizzo dei più potenti inibitori P2Y12 ha portato a benefici simili relativi nella riduzione dell’outcome composito di efficacia costituito da morte, infarto del miocardio o ictus nei pazienti con SCA anziani e non anziani, ma anche a simili piccoli incrementi relativi nel sanguinamento maggiore, quando confrontati a clopidogrel, senza prove di interazione statistica in entrambi i casi» osservano gli autori.
Questi dati, secondo gli autori, implicano che i potenti inibitori P2Y12 non dovrebbero essere evitati nei pazienti ammissibili al trattamento solo a causa dell’età avanzata, anche se è richiesta un’attenta considerazione del rischio relativo dell’ischemia rispetto al sanguinamento, soprattutto nei pazienti anziani in cui i benefici e i rischi assoluti possono essere maggiori.
Fonte
Efficacy and Safety of Potent Platelet P2Y12 Receptor Inhibitors in Elderly vs. Non-elderly Patients with Acute Coronary Syndrome: A Systematic Review and Meta-Analysis. Am Heart J, 2017 Sep 21. [Epub ahead of print]
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