Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Nov 08, 2017 Redazione Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Scompenso cardiaco Commenti disabilitati su Beta bloccanti e scompenso: efficaci con frazione di eiezione minore del 50%
Una recente metanalisi mostra che i beta-bloccanti aumentano la funzionalità e riducono la morbilità e la mortalità per i pazienti con scompenso cardiaco, frazione di eiezione ventricolare sinistra (LVEF ) inferiore al 40% e in ritmo sinusale. Lo studio si inserisce nel dibattito in corso nella Società Europea di Cardiologia (ESC) che ha suggerito di considerare, oltre ai pazienti con frazione di eiezione ridotta o conservata, un terzo fenotipo di grado intermedio (HFmrEF: 40-49%), creando così una chiara separazione tra HFrEF (inferiore a 40%) e HFpEF (pari o superiore a 50%). Le ultime linee guida indicano che fino a quando non saranno disponibili ulteriori informazioni, i pazienti con funzionalità intermedia devono essere gestiti in modo analogo a quelli con funzionalità pario o superiore, per i quali non è stata dimostrata alcuna terapia per migliorare la mortalità.
Nella metanalisi, i ricercatori hanno considerato i dati di singoli pazienti partecipanti a 11 studi. Gli outcomes primari erano la mortalità per tutte le cause e la morte cardiovascolare per un follow-up mediano di 1,3 anni, valutati mediante analisi intention-to-treat.
Per 14.262 pazienti in ritmo sinusale, la LVEF mediana era del 27% (range interquartile: 21-33%), tra cui 575 pazienti con LVEF tra il 40 e il 49% e 244 con LVEF pari o superiore al 50%.
I beta-bloccanti hanno ridotto la mortalità per tutte le cause e la mortalità cardiovascoalre rispetto al gruppo placebo in ritmo sinusale, un effetto costante tra i vari strati LVEF, a eccezione di quelli del piccolo sottogruppo con LVEF pari o superiore al 50%.
Per il gruppo con LVEF tra 40 e 49%, la morte si è verificata in 21 pazienti su 292 (7,2%) randomizzati a beta-bloccanti rispetto ai 35 su 283 (12,4%) randomizzati al placebo, con un rapporto di rischio corretto (aHR) di 0,59 (intervallo di confidenza 95% [CI] 0,34-1,03). La mortalità cardiovascolare si è verificata in 13 soggetti su 292 (4,5%) con beta-bloccanti e in 26 su 283 (9,2%) con placebo, per un aHR di 0,48 (95% CI 0,24-0,97).
Su un periodo mediano di un anno dopo la randomizzazione (n = 4.601), la LVEF è aumentata con i beta-bloccanti in tutti i gruppi in ritmo sinusale tranne nei soggetti con LVEF pari o superiore a 50%. Per i pazienti affetti da fibrillazione atriale al basale (n = 3.050), i beta-bloccanti hanno aumentato la LVEF quando questa era inferiore al 50% al basale, ma non hanno migliorato la prognosi.
Gli autori concludono che, per i pazienti con insufficienza cardiaca in ritmo sinusale e LVEF inferiore al 40%, i beta-bloccanti migliorano la funzione sistolica ventricolare sinistra e riducono la morbilità e la mortalità cardiovascolari. Questi vantaggi si applicano anche ai pazienti con LVEF tra 40 e 49%, un gruppo in cui la terapia beta-bloccante sembra avere più probabilità di essere d’aiuto che di danno. Non è stato osservato alcun beneficio nei pazienti con LVEF superiore a 50% e nei pazienti con insufficienza cardiaca e concomitante fibrillazione atriale.
Fonte
Beta-blockers for heart failure with reduced, mid-range, and preserved ejection fraction: an individual patient-level analysis of double-blind randomized trials. Eur Heart J, 2017 Oct 10. [Epub ahead of print]
Questo contenuto è riservato agli utenti registrati appartenenti al settore sanitario: si prega di accedere utilizzando il form sottostante, oppure di compilare il form di registrazione. Dopo la registrazione, oltre ad avere accesso a tutti i contenuti del portale, riceverai aggiornamenti utili alla pratica clinica. Se non si ricordano i dati di accesso, cliccare qui
Apr 21, 2020 Commenti disabilitati su Scompenso cardiaco allo stadio terminale con COVID-19: forte evidenza di lesioni miocardiche
Set 26, 2019 1
Feb 05, 2019 Commenti disabilitati su Position paper dell’Heart Failure Association (ESC) sull’uso dei diuretici nello scompenso cardiaco acuto e cronico
Mar 23, 2018 1
Nov 07, 2020 Commenti disabilitati su Pneumopatia da COVID-19: il punto di vista del Medico Vascolare. “Position paper” patrocinato dalla SIDV e della SIMV
Ott 12, 2020 Commenti disabilitati su Pazienti con diabete tipo 2 a maggior rischio di demenza vascolare rispetto ad altre demenze
Ott 08, 2020 Commenti disabilitati su Studio EMPEROR-Reduced: il vantaggio di Empagliflozin rimane stabile sopra Sacubitril/Valsartan
Mag 27, 2020 Commenti disabilitati su L’idrossiclorochina è inefficace e dannosa nella cura del COVID-19