Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Nov 14, 2017 Redazione Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Trombosi venosa profonda Commenti disabilitati su Gravidanza e rischio TEV in donne con trombofilia. Ecco quando serve la profilassi
La profilassi tromboembolica è indicata nel pre e post partum solo nelle donne in gravidanza con alcune forme rare di trombofilia. Lo afferma una recente metanalisi che aiuta a superare il problema delle linee guida nel valutare il rischio assoluto di TEV e raccomandare la profilassi della trombosi in gravidanza per le donne con trombofilia. Come è noto, la gravidanza aumenta il rischio di tromboembolismo venoso (TEV) da cinque a sei volte. Le donne con una storia personale o familiare di TEV e quelle con trombofilia ereditaria hanno un rischio particolarmente elevato.
Gli autori hanno conisderato 36 studi osservazionali condotti su donne con trombofilia che non avevano ricevuto anticoagulanti e non avevano alcuna storia di TEV. I dati mostrano che tutte le trombofilie sono risultate associate a un aumento del rischio di TVP (probabilità =/>91%). I rischi più elevati erano registrati per le pazienti con deficit di antitrombina (il 7,3% aveva TEV antepartum, l’11,1% postpartum), carenza di proteina C (rispettivamente 3,2% e 5,4%), carenza di proteina S (0,9% e 4,2%) e con fattore omozigote V di Leiden (2,8% e 2,8%).
Il rischio di TEV pre e post partum era inferiore al 3% per le donne con fattore eterozigote V di Leiden, mutazioni eterozigoti G20210A di protrombina e in quelle con condizione composte di eterozigosi V di Leiden e mutazioni G20210A di protrombina.
Gli autori ritengono che le donne con deficit di antitrombina o carenza di proteina C dovrebbero essere considerate per la profilassi della TEV ante- e postpartum, mentre quelle con carenza di proteina S dovrebbero essere considerate solo per la profilassi postpartum.
Per le donne con mutazioni omozigote del fattore V di Leiden, dovrebbe essere data un’attenta considerazione a fattori di rischio aggiuntivi per TEV in quanto le stime di rischio sono appena al di sotto della soglia di trattamento del 3%.
Data la rarità di queste mutazioni, gi autori osservano che non ha attualmente senso effettuare uno screening nelle donne in gravidanza. La profilassi della TEV, tuttavia, può anche essere considerata nelle donne con le trombofilie più comuni a seconda di altri fattori di rischio, come la storia personale e familiare di TEV e di obesità.
Le stime del rischio e le soglie scelte per il trattamento non supportano l’uso routinario della profilassi della trombosi nelle donne con fattore eterozigote V di Leiden o mutazioni eterozigoti G20210A di protrombina o composti eterozigoti V di Leiden e mutazione G20210A di protrombina.
Gli autori concludono che la profilassi pre e postpartum della TEV è invece richiesta in donne con deficit di antitrombina o carenza di proteina C e una storia familiare positiva di TEV. La profilassi solo postpartum è necessaria per le donne con carenza di proteina S. I dati di questa revisione sistematica dovrebbero essere prese in considerazione nelle future linee guida della gestione della gravidanza associata a rischio di TEV in donne con trombofilia ereditaria.
Fonte
Pregnancy, thrombophilia, and the risk of a first venous thrombosis: systematic review and bayesian meta-analysis. BMJ, 2017;359:j4452.
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