Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Dic 01, 2017 Redazione News, Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Uncategorized 0
Sono passati 50 anni dal primo trapianto di cuore della storia. Nel ricordare il primo traguardo, ripercorriamo i progressi fatti nella cura delle malattie cardiache con uno sguardo verso il futuro della cardiochirurgia.
Il 3 dicembre del 1967 il chirurgo sudafricano Christiaan Barnard fece diventare Louis Washkansky, un 53enne che soffriva di insufficienza cardiaca grave, l”uomo con il cuore di una giovane donna’.
A donare l’organo era stata infatti Denise Darvall, una donna di 25 anni impiegata di banca che il giorno prima era stata investita mentre attraversava la strada. Il padre della ragazza diede subito il consenso, riportano le cronache dell’epoca, e Washkansky fu portato in sala operatoria nelle prime ore del 3 dicembre. Il trapianto fu eseguito da un team di 20 persone.
“Quando l’ultima connessione fu fatta – riporta il libro ‘Every Second Counts: The Race to Transplant the First Human Heart’ del giornalista e scrittore Donald McRae – era il momento della verità. Tutti allungarono il collo per vedere meglio. In un completo silenzio il professor Barnard mormorò ‘Cristo, funzionerà'”.
Il paziente riprese a parlare 33 ore dopo l’intervento, dicendo di sentirsi molto meglio, ma morì 18 giorni dopo per una polmonite. Il cuore era perfettamente funzionante, ma il sistema immunitario era indebolito dai farmaci immunosoppressori.
Barnard divenne famoso in tutto il mondo, e morì nel 2001 a 79 anni in seguito ad un forte attacco d’asma. Al giorno d’oggi ci sono circa 6mila trapianti di cuore l’anno nel mondo, mentre nel 2016 in Italia ne sono stati effettuati 267.
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