Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Dic 18, 2017 Redazione News, Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Prevenzione Primaria 1
“Anticipazione della prevenzione” è la sfida lanciata nel corso del 78° Congresso nazionale della Società Italiana di Cardiologia (Sic) che si è concluso il 18 dicembre.
Tra gli argomenti trattati, un particolare risalto è stato dato a quello dei giovani e ipertensione: il 10% dei ragazzi con meno di 18 ha la pressione alta. Come per ogni malattia cronica, è verosimile che l’ipertensione arteriosa sviluppi le sue premesse fisiopatologiche anni o decenni prima di manifestare segni e sintomi clinicamente inequivocabili. Una “impronta pressoria” , cioè il riscontro di valori pressori ai limiti superiori della norma per l’età, insieme a un’accresciuta massa corporea, sono condizioni che vanno monitorate perché presuppongono una continuità nel tempo di valori pressori elevati o francamente ipertesi e una loro persistenza nell’età adulta, ed oltre. In questi casi, l’intervento terapeutico deve essere volto alla correzione dei fattori di rischio modificabili, attraverso la riduzione del peso corporeo, la dieta povera di sale e l’esercizio fisico aerobico. La terapia farmacologica deve, viceversa, essere riservata ai casi più severi e refrattari a qualunque altra misura di carattere generale sullo stile di vita.
Tra i temi del congresso spiccano le nuove opportunità di prevenzione delle malattie ischemiche, specie nelle donne. Nel 2017 sono stati conclusi importanti e innovativi studi di prevenzione cardiovascolare, prevalentemente rivolti a ridurre il rischio di eventi cardiaci ischemici nei pazienti che ne hanno già subiti nella loro storia clinica. Le evidenze riportate in studi recenti sono destinate a cambiare nella pratica clinica la gestione terapeutica dei nostri pazienti, riducendo il rischio di morte, ictus ed infarto.
Una particolare attenzione è stato posto al cuore delle donne. Le malattie cardiovascolari, in particolare lì’infarto, sono la prima causa di morte nelle donne con più di 65 anni, ma la maggior parte di loro non ne è consapevole e spesso sottovaluta il rischio. Lo dimostrano i numeri: negli ultimi 30 anni c’è stata un’importante diminuzione della mortalità per malattie cardiovascolari nell’uomo, ma non altrettanto nella donna, che ha anche sintomi diversi.
La sostanziale sottovalutazione dei rischi che corre la donna è dovuta a diversi motivi. Il dolore toracico o il disagio toracico è riconosciuto come il sintomo caratteristico della malattia coronarica ma le donne hanno meno probabilità di riportare dolore o disagio al torace rispetto agli uomini. Al momento della presentazione con sintomi di cardiopatia, d’altra parte, le donne tendono ad avere 10 anni in più rispetto agli uomini e di solito hanno 20 anni in più al momento del primo evento cardiaco. Le donne, infine, sono spesso meno curate per diabete, dislipidemie, ipertensione, obesità, di conseguenza gli obiettivi terapeutici sono molto meno raggiunti. Ecco perché in presenza di sintomi che suggeriscono una malattia coronarica dovrebbero essere sottoposte a una valutazione completa del rischio e a una stima della probabilità di malattia coronarica. A questo proposito la Sic è impegnata in un’intensa campagna di informazione.
A livello interventistico, uno spazio particolare è stato dedicato alla celebrazione del 40° anniversario dell’angioplastica coronarica, che dal palloncino in poi ha visto l’introduzione degli stent con ulteriori successive generazioni che oggi permettono di affrontare qualsiasi problema tecnico. Il numero delle angioplastiche in Italia è arrivato a oltre 150 mila su un totale di circa 300.000 coronarografie. Il numero delle angioplastiche primarie, cioè per il trattamento dell’infarto acuto ha superato i 35.000.
Nuove Linee Guida per il trattamento della stenosi aortica sono state inoltre presentate durante il Congresso. La novità di quest’anno è rappresentata dalla possibilità di evitare un intervento chirurgico impiantando una valvola di maiale completamente per via percutanea introducendo il catetere da un’arteria della gamba, anche . Le linee guida della Società Italiana di Cardiologia oggi consigliano anche per i pazienti a rischio intermedio una TAVI, cioè l’impianto percutaneo della valvola aortica.
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