Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Dic 21, 2017 Redazione News, Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Prevenzione Primaria Commenti disabilitati su Cardioncologia. Proteggere il cuore dalla terapia anti-cancro al SIC 2017
La cardiotossicità dei trattamenti anti-cancro è un fenomeno molto diffuso, che arriva a interessare un paziente su tre, ma che purtroppo è ancora molto sottovalutato. Così, in un’epoca contraddistinta da grandi successi contro i tumori, i pazienti rischiano di soccombere agli effetti tossici sul cuore dei farmaci che li hanno salvati dal cancro. Se ne è parlato nel corso del congresso della Società italiana di cardiologia (SIC) che si è concluso a Roma il 18 dicembre.
In questo contesto, il recente lancio del registro multicentrico prospettico ESC-Cardiac-Oncology Toxicity (COT) in tutta Europa e il documento di consenso dei cardiologi italiani , la creazione di diverse società scientifiche (comprese quelle del Nord America, Britanniche e Canadesi) testimoniano gli sforzi in atto per coordinare le iniziative e approdare a consensi diagnostico-terapeutici. Tutti i cardiologi dovrebbero essere consapevoli dell’ampio spettro di tossicità cardiovascolare che si fa ancora più ampio in presenza delle nuove classi di farmaci antitumorali biologici.
Quasi ogni trattamento oncologico efficace è accompagnato da effetti collaterali indesiderati e questi includono eventi avversi cardiovascolari, come ischemia miocardica, prolungamento dell’intervallo QT, aritmie, pericarditi, miocardite, ipertensione arteriosa, aumentato rischio tromboembolico. Il rischio più temibile è quello di andare incontro a insufficienza ventricolare sinistra.
Esiste uno stretto legame tra il sistema cardiovascolare e il cancro. Infatti, entrambi condividono alcuni fattori di rischio, in particolare il fumo e l’obesità. Inoltre, a causa di un aumento dell’invecchiamento della popolazione, è sempre più probabile che lo stesso paziente possa soffrire sia di cancro che di una patologia cardiovascolare. Il prolungato follow-up di questi anni dei sopravvissuti al cancro ha rivelato che, se circa la metà di essi moriva a causa della malattia originale, più di un terzo soccombeva per causa cardiovascolare.
Poiché la terapia antitumorale è destinata a salvare vite umane, è inaccettabile che un paziente, spesso molto giovane, possa sopravvivere al cancro, ma ammalarsi e morire a causa di una cardiomiopatia iatrogena.
L’insufficienza ventricolare sinistra causata dalle antracicline è stata storicamente la forma più comune di cardiotossicità indotta da farmaci, definita come tossicità di tipo 1, con danno ultrastrutturale miocardico, generalmente irreversibile. Tuttavia, anche i nuovi farmaci biologici, grazie al blocco di diverse vie intracellulari , e le nuove terapie mirate possono influenzare il sistema cardiovascolare e giocare un ruolo nell’omeostasi cardiaca, specialmente quando il cuore è in sovraccarico funzionale, come nell’ipertensione o in presenza di ipertrofia. La cardiotossicità causata da questi farmaci, definita disfunzione di tipo 2, è di solito reversibile, alla sospensione del trattamento. Tuttavia, queste due forme di cardiotossicità possono sovrapporsi e, anche i pazienti trattati con terapie a target, possono andare incontro a danni miocardici permanenti.
Gli strumenti diagnostici di monitoraggio del trattamento rappresentano un supporto indispensabile per prestare attenzione precoce al rapporto paziente-terapia, con l’obiettivo di intercettare qualsiasi segno minimo di anticipazione di un insulto cardiovascolare. A tal fine, in questi ultimi anni sono stati testati diversi approcci diagnostici, anche mediante l’utilizzo di biomarcatori, per riconoscere con largo anticipo una sofferenza del cardiomiocita o l’aumento delle pressioni di riempimento del ventricolo sinistro.
Una pianificazione ottimale del follow-up cardiologico è tuttora incerta, ma l’impegno di chi fornisce le cure è improrogabile, per prevedere e identificare prontamente segni e sintomi di tossicità cardiovascolare.
Fonte
Cardiotossicità: come proteggere il cuore da chemioterapia e farmaci anti-tumorali. Congresso Sic, dicembre 2017
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