Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Dic 27, 2017 Redazione Novità dalla ricerca, Novità Fibrillazione Atriale, Novità Homepage Commenti disabilitati su Sanguinamenti da anticoagulanti (DOAC). La gestione nel consensus dell’ACC
L’American College of Cardiology (ACC) ha pubblicato un documento di consenso con percorsi decisionali per guidare i medici nella gestione del sanguinamento maggiore o minore nei pazienti trattati con anticoagulanti orali .
Il testo integra un documento analogo sulla gestione periprocedurale dell’anticoagulazione in pazienti con fibrillazione atriale non valvolare.
Il documento di consenso considera il sanguinamento da trattamento con un DOAC (dabigatran, rivaroxaban, apixaban o edoxaban) o con un antagonista della vitamina K (warfarin), per qualsiasi indicazione, inclusa la fibrillazione atriale (AF) in assenza di una valvola protesica o di tromboembolia venosa.
Il sanguinamento maggiore è definito come “il sanguinamento che è associato a compromissione emodinamica, si verifica in un sito anatomicamente critico, richiede trasfusione (> 2 U di globuli rossi concentrati), o provoca una diminuzione dell’emoglobina > 2 g/dL”. Tutti gli altri sanguinamenti sono definiti come non maggiori.
Valutazione del sanguinamento
I pazienti che assumono un antagonista della vitamina K possono essere valutati con il tempo di protrombina/rapporto normalizzato internazionale (INR). I migliori test per valutare l’attività anticoagulante di dabigatran comprendono il tempo di trombina diluita, il tempo di coagulazione dell’ecarina e il test cromogenico all’ecarina; e il test ottimale per valutare apixaban, edoxaban e rivaroxaban è il cromogenico anti-Xa, ma questi non sono sempre disponibili.
Gli autori forniscono due tabelle con suggerimenti per la valutazione di test di laboratorio dei DOAC, quando sono disponibili analisi specialistiche e quando non lo sono. Proseguono fornendo una spiegazione dettagliata di come gestire i sanguinamenti maggiori e quelli minori e quindi discutono le strategie di inversione degli anticoagulanti.
Agenti di conversione
Gli agenti di inversione comprendono strategie di replezione come il complesso concentrato di protrombina, plasma, vitamina K e idarucizumab per dabigatran.
Il documento prosegue con alcune considerazioni relative alla ripresa e al ritardo dell’anticoagulazione. Il coinvolgimento ottimale del paziente nella decisione di ricominciare l’anticoagulazione comporta un processo decisionale condiviso con i pazienti e gli operatori sanitari.
Il testo affronta anche altri temi: farmaci che aumentano il rischio di un evento di sanguinamento, sanguinamento gastrointestinale, emorragia intracranica (la più temuta complicazione della terapia anticoagulante) e il riavvio della terapia anticoagulante dopo un intervento chirurgico o una procedura.
L’ACC ha messo a punto due app gratuite: AnticoagEvaluator che aiuta i medici a prendere decisioni informate sulla terapia antitrombotica per i pazienti con AF non valvolare e l’app BridgeAnticoag è progettata per gestire l’anticoagulazione nell’imminenza di una procedura invasiva per un paziente con AF non valvolare.
Fonte
2017 ACC Expert Consensus Decision Pathway on Management of Bleeding in Patients on Oral Anticoagulants: A Report of the American College of Cardiology Task Force on Expert Consensus Decision Pathways. J Am Coll Cardiol, 2017;70(24):3042-67.
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