Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Feb 21, 2018 Cardiotool News 0
Chi lo avrebbe detto, che anche l’esposizione all’inquinamento acustico può essere considerato un fattore di rischio cardiovascolare? Eppure a questa conclusione giunge una revisione della letteratura, recentemente pubblicata sul Journal of the American College of Cardiology.
L’inquinamento acustico, è stato associato a disturbi prevalentemente di tipo neurologico: insonnia, stress, turbe dell’umore, compromissione delle funzioni cognitive.
Recentemente alcuni studi epidemiologici, hanno evidenziato una associazione tra esposizione al rumore ed aumentata incidenza di ipertensione arteriosa, infarto del miocardio, scompenso cardiaco e ictus cerebrale.
Per quanto riguarda il meccanismo fisiopatologico, una crescente mole di evidenze, ha documentato che l’esposizione al rumore si associa con un maggiore stress ossidativo, disfunzione endoteliale, squilibrio autonomico e a modificazioni metaboliche, che non solo potenziano l’impatto di fattori di rischio tradizionali, quali il diabete e l’ipertensione, ma anche contribuiscono alla progressione dell’aterosclerosi e aumentano la suscettibilità ad eventi cardiovascolari.
Sono necessari ulteriori studi per chiarire quale sia l’intensità e la durata dell’esposizione, che possono determinare effetti clinici significativi e se questi danni siano reversibili cessando l’esposizione.
Fonte
Environmental Noise and the Cardiovascular System. J Am Coll Cardiol. 2018 Feb 13;71(6):688-697
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