Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Feb 13, 2018 Giuliana Maria Giambuzzi Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Scompenso cardiaco Commenti disabilitati su Le statine migliorano outcome clinici in pazienti con scompenso
Gli autori di uno studio recente hanno indagato gli effetti delle statine in pazienti con scompenso cardiaco con frazione di eiezione conservata (HFPEF) e in particolare hanno verificato se la terapia con statine fosse associata ad un ridotto rischio di mortalità nei pazienti con HFPEF. Lo scompenso cardiaco con HFPEF costituisce una sindrome clinica complessa caratterizzata da sintomi e segni obiettivi di scompenso cardiaco e da una frazione di eiezione (FE) ventricolare sinistra normale o “quasi normale”.
L’HFPEF rappresenta attualmente uno dei maggiori problemi di salute, infatti, quasi il 50% dei pazienti con scompenso cardiaco presenta una FE ventricolare sinistra normale o poco ridotta, con una prevalenza che negli ultimi decenni ha continuato a crescere.
Gli autori dello studio hanno utilizzato i dati del trial TOPCAT ponendo come outcome primario la mortalità per tutte le cause. Lo studio ha incluso 3. 378 soggetti con insufficienza cardiaca e HFPEF. Il periodo medio di follow-up è stato di 3,3 anni; durante il periodo di studio 497 pazienti sono deceduti.
Tra tutti i pazienti, l’HR aggiustato per la morte per tutte le cause era significativamente più basso in quelli che assumevano statine rispetto a quelli che non le assumevano (HR 0,79, IC 95% 0,63-0,99, P = 0,04).
Nei soggetti che non risultavano affetti da cardiopatia ischemica (IHD), il rischio di morte per cause cardiovascolari, era significativamente minore in coloro che assumevano statine rispetto a quelli che non le assumevano (HR 0,63, IC 95% 0,44-0,91, P = 0,01 e HR 0,59, 95 % IC 0,37-0,94, P = 0,02, rispettivamente), mentre il rischio di morte nei pazienti con IHD era sostanzialmente simile tra quelli che assumevano e non assumevano statine (HR 0,97, IC 95% 0,72-1,31, P = 0,83 e HR 0,95, 95 % IC 0,66-1,36, P = 0,77, rispettivamente).
Anche attraverso il propensity score-matched, tra i soggetti senza IHD, il rischio di morte per tutte le cause e di morte da causa cardiovascolare erano significativamente ridotti nei pazienti che assumevano statine rispetto a quelli che non le assumevano.
In conclusione la terapia con statine è stata associata ad esiti migliori nei pazienti con scompenso e HFPEF, in particolare quelli senza cardiopatia ischemica (IHD).
Fonte
Favorable effects of statins in the treatment of heart failure with preserved ejection fraction in patients without ischemic heart disease. Int J Cardiol. 2018 Jan 4
Questo contenuto è riservato agli utenti registrati appartenenti al settore sanitario: si prega di accedere utilizzando il form sottostante, oppure di compilare il form di registrazione. Dopo la registrazione, oltre ad avere accesso a tutti i contenuti del portale, riceverai aggiornamenti utili alla pratica clinica. Se non si ricordano i dati di accesso, cliccare qui
Apr 21, 2020 Commenti disabilitati su Scompenso cardiaco allo stadio terminale con COVID-19: forte evidenza di lesioni miocardiche
Feb 12, 2020 0
Nov 20, 2019 Commenti disabilitati su Punteggi CAC molto alti sono associati ad un aumento del CV e della mortalità generale
Ago 22, 2019 Commenti disabilitati su Effetti della sospensione delle statine all’età di 75 anni in prevenzione primaria
Nov 07, 2020 Commenti disabilitati su Pneumopatia da COVID-19: il punto di vista del Medico Vascolare. “Position paper” patrocinato dalla SIDV e della SIMV
Ott 12, 2020 Commenti disabilitati su Pazienti con diabete tipo 2 a maggior rischio di demenza vascolare rispetto ad altre demenze
Ott 08, 2020 Commenti disabilitati su Studio EMPEROR-Reduced: il vantaggio di Empagliflozin rimane stabile sopra Sacubitril/Valsartan
Mag 27, 2020 Commenti disabilitati su L’idrossiclorochina è inefficace e dannosa nella cura del COVID-19