Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Feb 02, 2018 Giuliana Maria Giambuzzi News, Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Prevenzione Primaria Commenti disabilitati su Marijuana: pochi i dati sugli effetti cardiovascolari della cannabis
Negli Stati Uniti, come anche in Italia, l’uso terapeutico di marijuana/cannabis è in costante aumento, ma il suo effetto sulla salute cardiovascolare è al momento sconosciuto. L’utilizzo di Marijuana è associato a un’attivazione del sistema nervoso simpatico con conseguente incremento delle pressione arteriosa e della frequenza cardiaca.
Poco si sa invece sui danni a lungo termine sul sistema cardiovascolare. E’ invece noto che uno dei principi attivi della marijuana, il tetraidrocannabinolo (THC) agirebbe legandosi a due tipi di recettori presenti sulle nostre cellule: il recettore cannabinoide di tipo 1 (CB1) che si trova sulle cellule del sistema nervoso centrale, miocardio, fegato e vasi sanguigni, e quello di tipo 2 (CB2), presente soprattutto a livello delle cellule del sistema immunitario. L’attivazione dei recettori CB1 determinerebbe effetti pro-aterogeni, mentre l’attivazione dei recettori CB2 avrebbe effetti anti-aterogeni.
Lo scopo della revisione sistematica (RS) recentemente pubblicata su Annals of Internal Medicine è stato quello di analizzare gli effetti a lungo termine della marijuana su fattori di rischio cardiovascolare e sugli outcomes clinici (ictus e infarto del miocardio).
Gli autori hanno selezionato i dati provenienti dai principali studi osservazionali sull’argomento pubblicati su PubMed, MEDLINE, EMBASE, PsycINFO e Cochrane Library tra il 1 ° gennaio 1975 e il 30 settembre 2017. Gli studi osservazionali analizzati avevano arruolato soggetti adulti che facevano uso di qualsiasi forma di marijuana e per i quali erano disponibili dati relativi a fattori di rischio vascolare (iperglicemia, diabete, dislipidemia e obesità ) o riguardanti outcomes come ictus, infarto del miocardio e morte per tutte le cause.
Degli studi selezionati, 13 avevano esaminato le associazioni tra utilizzo di marijuana e fattori di rischio cardiovascolare e 11 studi avevano valutato l’associazione tra uso della cannabis e outcomes clinici.
Sebbene 6 studi suggerivano un beneficio sul sistema metabolico derivante dall’uso di marijuana, tali risultati erano basati su studi trasversali e non erano supportati da studi prospettici.
Anche le prove relative all’effetto della marijuana su diabete, dislipidemia, infarto miocardico acuto, ictus e mortalità cardiovascolare e per tutte le cause sono risultate insufficienti. Sebbene la letteratura esaminata includeva diversi studi prospettici a lungo termine, la validità dei risultati era limitata da errori sistematici, inadeguata valutazione dell’esposizione alla sostanza in esame o da una esposizione minima nelle popolazioni studiate alla marijuana e dalla predominanza di studi su coorti a basso rischio.
In conclusione, i dati provenienti dalla letteratura non sono sufficienti a stabilire gli effetti a lungo termine del consumo di marijuana sui fattori di rischio cardiovascolari e sugli outcomes, tra cui ictus e infarto del miocardio.
Dato che l’uso terapeutico della marijuana è stato legalizzato in Italia come in diverse parti del mondo, si rendono necessari studi osservazionali su larga scala per verificare gli effetti di questa sostanza sulla salute cardiovascolare.
Fonte
Associations Between Marijuana Use and Cardiovascular Risk Factors and Outcomes: A Systematic Review. Ravi D, Ghasemiesfe M, Korenstein D, Cascino T, Keyhani S.Ann Intern Med. 2018 Jan 23. doi: 10.7326/M17-1548. [Epub ahead of print]
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