Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Mar 09, 2018 Cardiotool Novità dalla ricerca, Novità Diabete, Novità Homepage, Novità Scompenso cardiaco Commenti disabilitati su Aspirina (ASA) riduce mortalità in pazienti con diabete e scompenso. ACC18
I pazienti con diabete di tipo 2 e scompenso cardiaco possono trarre beneficio dall’assunzione quotidiana di basse dosi di Aspirina (acido acetilsalicilico, ASA) in termini di riduzione di rischio di morte o ospedalizzazione per insufficienza cardiaca. Sono i dati di uno studio retrospettivo che verrà presentato a Orlando (USA), durante 67a sessione scientifica annuale dell’American College of Cardiology (ACC.18) che si tiene dal 10 al 12 marzo 2018.
I ricercatori hanno estratto i dati sanitari di oltre 12 mila pazienti appartenenti al database britannico The Health Improvement Network (THIN). I soggetti considerati avevano età pari o superiore a 55 anni, diabete di tipo 2 e insufficienza cardiaca, ma senza precedenti di infarto, ictus, arteriopatia periferica o fibrillazione atriale. A circa la metà di questi soggetti era stata prescritta un’ASA ogni giorno e all’altra metà no. Il follow up è stato mediamente di 5 anni. L’outcome primario composito considerava la mortalità per tutte le cause e l’ospedalizzazione per insufficienza cardiaca.
I pazienti con diabete e scompenso che assumevano quotidianamente ASA a basse dosi mostravano una diminuzione del 10% dell’outcome primario, nessuna differenza in termini di eventi emorragici maggiori.
I dati hanno però segnalato anche un paradossale aumento del 50% di infarto o ictus non fatale. I ricercatori hanno osservato che l’elevata età media del campione considerato (70 anni) potrebbe essere il motivo di una maggiore probabilità di eventi cardiaci.
L’ASA, per la sua azione antiaggregante, è fortemente raccomandata per i pazienti che hanno precedentemente avuto un infarto o un ictus, ma le linee guida non sono chiare per quanto riguarda il suo impiego in soggetti che hanno fattori di rischio cardiovascolare (diabete) ma nessuna storia di infarto o ictus.
Entrambe le condizioni (diabete di tipo 2 e insufficienza cardiaca) sono associate a un elevato rischio di eventi cardiaci, tra cui infarto e ictus. Questo studio ha il merito di gettare nuova luce sui potenziali rischi e benefici dell’ASA per le persone con presentano tali comorbilità.
Trattandosi di un’analisi retrospettiva, gli autori auspicano che ulteriori studi clinici possano chiarire ulteriormente i rischi e i benefici dell’uso dell’ASA in questa popolazione di pazienti e potenzialmente indirizzare linee guida specifiche per il trattamento di pazienti con diabete e scompenso.
Fonte
Aspirin Reduces Mortality in Type 2 Diabetes and Heart Failure: Results from the THIN Primary Care Database. Presented at ACC’s Annual Scientific Session, March 10-12, Orlando (USA). Press release ACC.Feb 28, 2018
Questo contenuto è riservato agli utenti registrati appartenenti al settore sanitario: si prega di accedere utilizzando il form sottostante, oppure di compilare il form di registrazione. Dopo la registrazione, oltre ad avere accesso a tutti i contenuti del portale, riceverai aggiornamenti utili alla pratica clinica. Se non si ricordano i dati di accesso, cliccare qui
Apr 28, 2020 1
Apr 21, 2020 Commenti disabilitati su Scompenso cardiaco allo stadio terminale con COVID-19: forte evidenza di lesioni miocardiche
Mar 30, 2020 Commenti disabilitati su Aspirina: vecchie e nuove applicazioni
Gen 28, 2020 Commenti disabilitati su Ticagrelor in combinazione con aspirina dimostra una significativa riduzione del tasso di ictus
Nov 07, 2020 Commenti disabilitati su Pneumopatia da COVID-19: il punto di vista del Medico Vascolare. “Position paper” patrocinato dalla SIDV e della SIMV
Ott 12, 2020 Commenti disabilitati su Pazienti con diabete tipo 2 a maggior rischio di demenza vascolare rispetto ad altre demenze
Ott 08, 2020 Commenti disabilitati su Studio EMPEROR-Reduced: il vantaggio di Empagliflozin rimane stabile sopra Sacubitril/Valsartan
Mag 27, 2020 Commenti disabilitati su L’idrossiclorochina è inefficace e dannosa nella cura del COVID-19