Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Mar 14, 2018 Giuliana Maria Giambuzzi Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Prevenzione Primaria Commenti disabilitati su Familiari di primo grado delle vittime di morte cardiaca improvvisa: va applicata una valutazione e un’assistenza basata sulle linee guida
Negli ultimi anni sono stati raggiunti importanti progressi in ambito di prevenzione, diagnosi e trattamento delle malattie cardiovascolari che hanno portato ad una riduzione della mortalità cardiovascolare, purtroppo però la morte cardiaca improvvisa continua a costituire un problema importante sia nella pratica clinica sia nella gestione della salute pubblica.
Le linee guida internazionali, raccomandano la valutazione clinica dei familiari di primo grado delle vittime di morte cardiaca improvvisa (SCD) allo scopo di identificare una possibile causa di morte e proteggere i parenti sopravvissuti.
Solo pochi studi hanno però riportato l’esito della gestione clinica e del follow-up dei parenti delle vittime di SCD.
Lo scopo degli autori dello studio di coorte retrospettivo, recentemente pubblicato sull’International Journal of Cardiology ed intitolato: “Outcome of clinical management in relatives of sudden cardiac death victims” è stato quello di effettuare una valutazione clinica e genetica dei parenti sopravvissuti delle vittime di SCD che si erano recati presso la Clinic of Inherited Cardiac Diseases dell’Ospedale Universitario di Aarhus in Danimarca, tra il 1995 e il 2016.
Sono stati studiati i risultati clinici ed autoptici su tutti i casi di SCD tra bambini e adulti. I familiari sono stati seguiti allo scopo di valutare l’insorgenza di eventi cardiovascolari avversi, tra cui ospedalizzazione cardiaca, scompenso cardiaco di nuova insorgenza, coronaropatia, sincope maligna o aritmie ventricolari maligne documentate e morte.
Lo studio ha coinvolto 292 parenti di 56 vittime di SCD. Il follow-up mediano è stato di 3,3 anni. Durante questo periodo, 12 parenti delle vittime di SCD, hanno manifestato un evento cardiovascolare avverso di cui solo 5 sono stati correlati a malattia cardiaca ereditaria famigliare.
Due soggetti hanno sviluppato uno scompenso cardiaco secondario, il primo ad una cardiomiopatia dilatativa e il secondo ad una tachicardia. Cinque pazienti hanno avuto una tachicardia ventricolare o una sincope maligna e di conseguenza è stato impiantato loro un defibrillatore-cardiaco impiantabile a scopo profilattico. Tre soggetti hanno manifestato coronaropatia e due sono deceduti per vecchiaia.
In conclusione, i parenti delle vittime di SCD presentano un basso tasso di eventi cardiaci avversi, allorquando venga applicata una valutazione e un’assistenza basata sulle linee guida.
Fonte
Outcome of clinical management in relatives of sudden cardiac death victims. International Journal of Cardiology-March 08, 2018
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