Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Mar 26, 2018 Gaetano D'Ambrosio Linee guida, Linee guida Fibrillazione Atriale, Novità dalla ricerca, Novità Fibrillazione Atriale, Novità Homepage Commenti disabilitati su Pubblicata nuova versione linee guida EHRA sull’uso dei NOACs nei pazienti con fibrillazione atriale
E’ stata pubblicata sullo European Heart Journal una nuova versione delle linee guida della European Heart Rhythm Association (EHRA) sull’uso degli anticoagulanti orali non-antagonisti della vitamina k (NOACs) nei pazienti con fibrillazione atriale.
Il documento rappresenta il secondo aggiornamento, dopo quello del 2015, delle linee guida emanate per la priva volta nel 2013.
Un punto forte è rappresentato dal riconoscimento che i NOACs siano da preferire agli anti-vitamina K in tutti i casi tranne che nei pazienti con protesi valvolare meccanica o con stenosi mitralica reumatica.
Rispetto alle precedenti edizioni il testo si è arricchito di nuovi capitoli.
Uno di questi descrive come utilizzare i NOACs in particolari gruppi di pazienti quali i soggetti con peso corporeo molto basso, i grandi obesi, gli atleti, i pazienti fragili nei quali c’è un più elevato rischio di eventi emorragici e i pazienti con disturbi cognitivi che possono compromettere gravemente l’aderenza al trattamento.
In un altro capitolo sono brevemente riassunti i corretti dosaggi dei NOACs in condizioni diverse dalla fibrillazione atriale, quali la trombosi venosa profonda, il tromboembolismo, la cardiopatia ischemica.
Il documento fornisce anche consigli sull’associazione nei NOACs con gli anti-aggreganti piastrinici nei pazienti con coronaropatia e in particolare nei pazienti colpiti da sindrome coronarica acuta o in quelli nei quali è programmato un intervento coronarico percutaneo con stenting. Sono fornite indicazioni su quali e quanti antiaggreganti adoperare, per quanto tempo, in associazione a quali NOACs e con quale dosaggio dei NOACS.
La nuova edizione delle linee guida arriva dopo l’approvazione del primo antidoto per i NOACs, l’idarucizumab, capace di bloccare l’azione del dabigatran. Il documento fornisce indicazioni su come utilizzarlo in presenza di un sanguinamento acuto, nel caso di intervento chirurgico d’urgenza o quando il paziente è colpito da ictus. Sono fornite indicazioni anche per l’andexanet alfa, l’antidoto efficace nei confronti dei NOACs che agiscono come inibitori del fattore X attivato ma non ancora commercializzato.
A differenza del warfarin, i NOACS non richiedono il monitoraggio dell’attività anticoagulante e i conseguenti aggiustamenti posologici. Tuttavia, le linee guida descrivono le rare condizioni cliniche, nelle quali può essere utile determinare le concentrazioni plastiche del farmaco. Lo scenario più rilevante, riguarda i pazienti che devono essere sottoposti a chirurgia maggiore, per i quali non è certo che la sospensione del NOAC 48, prima dell’intervento,sia sufficiente a causa della possibile interazione con altri farmaci e della presenza di insufficienza renale.
Infine, è stato ampliato il capitolo sulle interazioni farmaco-farmaco, includendo gli anti-neoplastici e gli anti-epilettici. I NOACs hanno sicuramente meno problemi da questo punto di vista rispetto agli anti-vitamina K, ma non sono esenti da interazioni con altri farmaci. Il costante incremento del numero di farmaci utilizzati in pazienti con multiple patologie è destinato a rendere questa problematica sempre più rilevante.
Fonte: The 2018 European Heart Rhythm Association Practical Guide on the use of non-vitamin K antagonist oral anticoagulants in patients with atrial fibrillation. European Heart Journal (2018) 00, 1–64
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