Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Mag 29, 2018 Gaetano D'Ambrosio Farmaci, Farmaci Dislipidemie, Novità dalla ricerca, Novità Dislipidemie, Novità Homepage, Novità Prevenzione Primaria, Novità Prevenzione Secondaria Commenti disabilitati su Rischio infiammatorio residuo nel trattamento con inibitori PCSK9 e statine
Utilizzando statine ad alta efficacia, ezetimibe e inibitori della proteina PCSK9 è possibile ridurre le concentrazioni plasmatiche del colesterolo LDL (LDLc) a livelli molto bassi, fino a meno di 20 mg/dl. Ciò nonostante residua un rischio di eventi cardiovascolari che potrebbe essere spiegato tenendo conto del ruolo patogenetico del processo infiammatorio la cui attivazione può essere valutata determinando le modeste variazioni dei livelli plasmatici della proteina C reattiva (PCR ultra-sensibile, PCRus) che essa comporta.
Per valutare questa ipotesi sono stati esaminati i dati di 9738 pazienti ad altro rischio cardio-vascolare arruolati negli studi SPIRE-1 e SPIRE-2, due trial che hanno valutato efficacia e tollerabilità del Bococizumab, un nuovo inibitore del PCSK9, per i quali erano disponibili i valori di PCRus e di HDLc a 14 settimane dopo l’inizio del trattamento.
L’end-point primario dello studio era composto da infarto miocardico non fatale, ictus non fatale, ospedalizzazione per angina instabile richiedente rivascolarizzazione d’urgenza o decesso per cause cardiovascolari.
A 14 settimane settimane dall’arruolamento i pazienti sottoposti a trattamento con statina + bococizumab presentavano una riduzione del 60.5%, statisticamente molto significativa, dell’LDLc (IC95% da -61.2 a -59.8) e un incremento del 6.6%, non significativo, di PCRus (IC95% da -1.0 a 14.1).
In questi pazienti, è stata valutata l’incidenza di eventi cardiovascolari, stratificandoli in funzione del valore di PCRus ottenuto a 14 settimane dall’inizio del trattamento. E’ stato così possibile documentare che il rischio di eventi è direttamente correlato ai valori di PCRus. In particolare, nei pazienti con PCRus < 1 mg/dL, 1 – 3 mg/dL e > 3 mg/dL si è verificata una incidenza di eventi pari rispettivamente a 1.96, 2.50, 3.59 per 100 anni-persona.
I risultati di questo studio dimostrano che l’intervento farmacologico sull’LDLc non modifica lo stato infiammatorio documentato dalla PCRus mentre anche con livelli di LDLc molto bassi, persiste un rischio cardiovascolare residuo strettamente correlato alle concentrazioni plasmatiche di PCRus.
Si apre, quindi, una interessante prospettiva terapeutica che, agendo sul versante dell’infiammazione, potrebbe determinare un ulteriore beneficio nei pazienti ad alto rischio cardiovascolare.
Fonte: Residual Inflammatory Risk On Treatment with PCSK9 Inhibition and Statin Therapy Circulation. 2018 May 1. pii: CIRCULATIONAHA.118.034645. doi: 10.1161/CIRCULATIONAHA.118.034645. [Epub ahead of print]
Picture: MAURIZIO DE ANGELIS/SCIENCE PHOTO LIBRARY / Getty Images
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