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Ago 31, 2018 Redazione Cardiologia di genere, Cardiologia di genere Novità, Novità Cardiopatia Ischemica, Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Prevenzione Primaria Commenti disabilitati su #ESC2018. Gravidanza in donne con cardiopatia: non superare le 40 settimane di gestazione
La gestazione dovrebbe durare al massimo 40 settimane per le donne cardiopatiche. Oltre questo tempo non vi sarebbero benefici aggiuntivi per la salute del bambino ma, al contrario, ci potrebbero essere effetti negativi nella madre. È questa una delle raccomandazioni delle nuove linee guida sulla gestione delle malattie cardiovascolari in gravidanza, presentate al congresso ESC 2018 (European Society of Cardiology) in corso dal 25 al 29 agosto 2018 a Monaco.
Le malattie cardiovascolari rappresentano la ragione principale di morte in gravidanza nei paesi occidentali. Rispetto alle gestanti in buona salute, quelle cardiopatiche presentano un rischio 100 volte più elevato di morire per insufficienza cardiaca, dato che la gravidanza aggiunge stress al cuore già debole. La maggior parte delle donne con problemi cardiovascolari porta a termine la gravidanza senza problemi. Tuttavia, a differenza delle gestanti non cardiopatiche, queste donne hanno un rischio maggiore di andare incontro a complicanze ostetriche quali il parto prematuro, la pre-eclampsia, e le emorragie post-parto. Si stimano inoltre complicanze nel 18-30% dei nascituri (morte neonatale nel 4% dei casi).
Le cardiopatie in gravidanza sono in crescita perché, grazie ai progressi delle terapie, un maggior numero di donne affette da cardiopatie congenite raggiunge l’età adulta. A tale situazione si aggiunge un innalzamento dell’età della prima gravidanza, che espone a una maggiore probabilità di coronaropatia ischemica. Sono inoltre fattori di rischio cardiovascolari riconosciuti l’ipertensione, il diabete e il sovrappeso.
Le nuove Linee Guida forniscono anche raccomandazioni anche sulla fertilizzazione in vitro (IVF) e la contraccezione. Un consulto cardiologico viene consigliato in particolare nel caso la donna ricorra alla IVF, perché la tecnica richiede la somministrazione di dosi elevate di ormoni, che aumentano il rischio di trombosi e di insufficienza cardiaca. Dal momento che la gestazione di più di un bambino arreca maggior stress al cuore, alla donne cardiopatiche sottoposte a procedure di IVF si dovrebbe trasferire un singolo embrione. Sul versante della contraccezione, vanno attentamente valutati i vari metodi, dato che dei metodi sono controindicati nelle pazienti con alcuni tipi di cardiopatia.
Nelle Linee Guida c’è una lista di informazioni sugli eventi avversi legati all’impiego dei farmaci, realizzata in base ai dati provenienti da studi condotti nell’animale e sulla donna. L’indicazione è che alcuni farmaci potrebbero essere utili in una donna severamente malata, se non ci sono effetti collaterali critici notati nei database elencati nelle linee guida.
La gravidanza, secondo le Linee Guida, è controindicata nelle pazienti affette da ipertensione polmonare, dilatazione severa dell’aorta o scompenso.
Gli esperti delle linee guida Esc raccomandano, per le donne cardiopatiche che vogliono avere un bambino, una valutazione del rischio pre-gestazione e di counselling. Quelle a rischio di complicanze da moderato a elevato dovrebbero essere visitate da un team ad hoc costituito da esperti in cardiologia, ostetricia, ginecologia e anestesia per fare un piano dettagliato da attuare a 20-30 settimane dal parto, specificando la modalità (vaginale o cesareo), il ricorso eventuale all’anestesia epidurale e la durata del ricovero ospedaliero post-parto.
Fonte: 2018 ESC Guidelines for the management of cardiovascular diseases during pregnancy. European Heart Journal. 2018. doi: 10.1093/Eurheartj/ehy340
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