Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Ago 29, 2018 Gaetano D'Ambrosio Casi clinici, Dislipidemie CC, Prevenzione Secondaria CC 4
Viene a trovarmi Francesco, cosa alquanto strana in quanto generalmente manda la moglie per la prescrizione dell’anti-ipertensivo che assume da anni. Questa volta “la cosa è seria”: ha avuto un infortunio sul lavoro, riportando una distorsione del ginocchio sinistro ed un trauma cranico. Mi mostra i referti degli esami eseguiti in pronto soccorso. Nella TC del cranio, negativa per lesioni traumatiche, leggo “iniziali segni di ateromasia calcifica parietale dei sifoni carotidei”.
Francesco è stato un forte fumatore, 40 sigarette al giorno, fino all’età di 25 anni poi ha smesso del tutto e sono ormai oltre 30 anni che non fuma più.
La sua pressione è ben controllata, anzi, sono costretto a ridurre la terapia perché la sistolica è intorno a 100 mmHg e lamenta qualche capogiro soprattutto nei cambiamenti posturali.
Il quadro lipidico è sempre stato normale. L’ultimo valore di colesterolo LDL, registrato alcuni mesi fa, é pari a 94 mg/dl in assenza di terapia ipolipemizzante. Anche il colesterolo HDL (53 mg/dL) e la trigliceridemia (110 mg/dL) sono normali come al solito.
Non è diabetico, non è in sovrappeso o obeso, non ha altre patologie degne di nota. La familiarità non è valutabile perché i genitori sono deceduti per un evento traumatico quando aveva pochi anni di età.
Esamino rapidamente con l’ecografo i vasi del collo evidenziando una importante ateromasia diffusa con la presenza di placche emodinamicamente non significative a livello dei bulbi bilateralmente.
[poll id=”29″]Utilizzando i dati clinici disponibili fino all’ultima visita, il paziente può essere considerato a basso rischio cardiovascolare. Il rischio, calcolato con l’algoritmo del Progetto Cuore è pari a 3.8% mentre con l’algoritmo Score, quello utilizzato dall’ultima versione della nota 13, è stimato a meno di 1%. Dobbiamo però considerare che la presenza di una vasculopatia aterosclerotica, documentata dall’ecografia delle carotidi, modifica significativamente il profilo di rischio del paziente. Secondo le linee guida europee, infatti, sono da considerarsi a rischio molto elevato i pazienti con “malattia cardiovascolare accertata, clinicamente nota o documentata in maniera inequivocabile ai test di imaging”, intendendo per documentazione inequivocabile “il riscontro di placche significative alla coronarografia o all’ultrasonografia carotidea”. Anche la Nota AIFA 13 considera i pazienti affetti da “arteriopatie periferiche” come a rischio cardiovascolare molto alto, assegnando a questa categoria di pazienti un obiettivo di trattamento inferiore a 70 mg/dl. Pertanto anche il valore spontaneamente basso di 94 mg/dL dovrebbe essere ulteriormente abbassato. Inoltre, una recente meta-analisi, ha dimostrato che anche nei soggetti con concentrazioni plasmatiche di LDL colesterolo al di sotto di 70 mg/dl, una ulteriore riduzione, ottenuta con varie classi di farmaci, determina benefici clinici senza provocare significativi effetti indesiderati.
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