Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Set 11, 2018 Gaetano D'Ambrosio Novità dalla ricerca, Novità Diabete, Novità Homepage, Novità Prevenzione Primaria Commenti disabilitati su Rischi e benefici dell’ASA nella prevenzione cardiovascolare primaria nei pazienti diabetici
L’acido acetilsalicilico (ASA) è efficace nella prevenzione cardiovascolare primaria nei pazienti diabetici ma i benefici sono bilanciati da un aumentato rischio di eventi emorragici maggiori.
E’ il principale risultato dello studio ASCEND che ha finalmente detto una parola di chiarezza nella dibattuta questione se l’ASA sia realmente utile nei pazienti diabetici che non hanno già subito un evento cardiovascolare.
Lo studio ha coinvolto 15480 pazienti diabetici, esenti da pregressi eventi cardiovascolari, che sono stati randomizzati a ricevere una dose di 100 mg di ASA al giorno o placebo. I pazienti sono stati quindi seguiti con un follow-up medio di 7.4 anni registrando l’occorrenza di eventi cardio-vascolari (outcome primario di efficacia) o di eventi emorragici maggiori (outcome di sicurezza). Inoltre, sono stati registrati i casi incidenti di cancro, allo scopo di verificare la supposta efficacia dell’ASA nella prevenzione primaria di alcune neoplasie.
Al termine del follow-up si è osservata una incidenza di eventi cardiovascolari dell’8.5% nel gruppo trattato con ASA e del 9.6% nel gruppo placebo, corrispondenti ad una riduzione del rischio del 12% e ad un numero di pazienti da trattare per evitare un evento in 7.4 anni pari a 91. Il beneficio si è manifestato prevalentemente nei primi 5 anni di trattamento.
Il rischio di eventi emorragici maggiori è risultato del 4.1% nel gruppo trattato con ASA e del 3.2% nel gruppo trattato con placebo, corrispondenti ad un aumento del 29% del rischio e ad un numero di pazienti da trattare per provocare un evento pari a 112.
Non si sono riscontrate differenze significative tra i due gruppi nella incidenza dei tumori castro-intestinali e di tutte le neoplasie.
Nella figura i risultati sono rappresentati in termini di rischio relativo (RR) con il corrispondente intervallo di confidenza (IC) al 95%.
I risultati di questo studio sono molto importanti perché documentano l’efficacia dell’ASA in prevenzione primaria anche nei soggetti diabetici per i quali la letteratura è contrastante e sono state avanzate ipotesi di relativa resistenza al farmaco dovuta ad un aumentato turnover delle piastrine.
Gli standard 2018 della American Diabetes Association (ADA) raccomandano l’utilizzo dell’ASA in prevenzione primaria nei diabetici a più elevato rischio cardiovascolare, per l’età e per la concomitanza di altri fattori di rischio, e che siano a rischio emorragico non aumentato. Gli standard italiani sono ancora più prudenti raccomandando l’utilizzo dell’ASA valutandolo “su base individuale e con un attento giudizio clinico” in soggetti con fattori di rischio multipli per malattia cardiovascolare aterosclerotica.
Una analisi più approfondita dei dati dello studio ASCEND ha evidenziato che il rapporto tra rischio e beneficio (numero di eventi evitati rispetto al numero di emorragie maggiori provocate) rimane sostanzialmente bilanciato anche nei soggetti a rischio cardiovascolare più elevato.
A proposito del rischio emorragico gli autori fanno notare che circa un terzo di tutti gli eventi emorragici registrati nello studio erano a carico del tratto gastro-intestinale superiore mentre solo un quarto dei pazienti arruolati era in trattamento con un inibitore della pompa protonica. Si può. pertanto, supporre che, se l’utilizzo di questi farmaci fosse sistematico, il rapporto tra benefici e rischi dell’ASA in prevenzione primaria subirebbe una significativa rivalutazione.
Infine, può risultare sorprendente il risultato negativo relativo alla prevenzione primaria oncologica soprattutto alla luce del recente riconoscimento dell’AIFA che è ha condotto alla registrazione della nuova indicazione nel riassunto delle caratteristiche del prodotto. Sulla base di precedenti studi e meta-analisi l’efficacia preventiva si manifesterebbe non prima di 4-5 anni di trattamento e per questo gli stessi autori dello studio riconoscono che è necessario un follow-up più prolungato per studiare con maggiore affidabilità gli effetti a lungo termine dell’ASA nella prevenzione oncologica.
Fonte: Effects of Aspirin for Primary Prevention in Persons with Diabetes Mellitus N Engl J Med. 2018 Aug 26. doi: 10.1056/NEJMoa1804988. [Epub ahead of print]
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