Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Nov 18, 2018 Cardiotool Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Prevenzione Primaria, Novità Scompenso cardiaco Commenti disabilitati su L’istruzione del caregiver può contribuire a ridurre l’incidenza dei ricoveri nei pazienti con scompenso cardiaco seguiti a domicilio
L’istruzione del caregiver può contribuire a ridurre l’incidenza dei ricoveri nei pazienti con scompenso cardiaco seguiti a domicilio.
A sostegno di questa affermazione i risultati di uno studio clinico randomizzato e controllato in aperto condotto nella ASL di Modena che ha reclutato e randomizzato 101 medici di medicina generale (MMG) dei quali 50 hanno costituito il gruppo di controllo, 51 sono stati assegnati al gruppo di intervento.
I MMG sono stati invitati a segnalare tutti i pazienti con diagnosi di scompenso cardiaco assistiti esclusivamente a domicilio e accuditi in modo continuativo da un caregiver familiare o professionale.
Sono stati individuati 313 pazienti (età media 85-3±7.7 anni, 63% donne) di cui 163 assegnati al gruppo di intervento e 150 al gruppo di controllo. Tutti sono stati sottoposti ad una valutazione basale mediante una visita domiciliare nel corso della quale sono stati raccolti dati clinici e socio assistenziali. Solo i caregiver del gruppo di intervento hanno ricevuto un intervento educazionale individuale finalizzato a riconoscere i segni precoci di riacutizzazione dello scompenso e a rilevare e registrare alcuni parametri vitali (peso corporeo, pressione arteriosa, frequenza cardiaca) avvalendosi anche di una strumentazione semplice e a basso costo (bilancia pesa-persone, sfigmomanometro automatico in grado di rilevare eventuali irregolarità del battito cardiaco).
A distanza di 12 mesi dall’arruolamento tutti i pazienti hanno ricevuto una seconda visita domiciliare durante la quale sono stati nuovamente rilevati i parametri clinici e sono stati registrati eventuali ricoveri ospedalieri. I dati relativi ai ricoveri e ai decessi sono stati verificati utilizzando le schede di dimissione ospedaliera e gli archivi amministrativi della ASL.
Le visite a domicilio e gli interventi educazionali sui caregiver del gruppo di controllo sono stati condotti da MMG in formazione del polo didattico della ASL di Modena.
Al termine dei 12 mesi di follow-up si è osservata una riduzione del 27% della incidenza dei ricoveri nel gruppo di intervento rispetto al gruppo di controllo, senza tuttavia raggiungere la significatività statistica (P=0.061).
L’analisi per sottogruppi ha dimostrato una riduzione statisticamente significativa dei ricoveri nei pazienti con fibrillazione atriale, in quelli di età inferiore a 90 anni o con indice di Barthel maggiore o uguale a 50. Se ne deduce che l’intervento educazionale rivolto al caregiver risulta particolarmente efficace nei pazienti con maggiore compromissione cardiaca, dovuta alla fibrillazione atriale. L’intervento, invece, sarebbe meno efficace nei pazienti molto anziani o con maggiori disabilità probabilmente perché in essi lo scompenso cardiaco è solo una delle componenti di un complesso scenario clinico, gravato da multiple comorbilità e a prognosi peggiore.
Il mancato raggiungimento della significatività statistica relativa all’outcome primario potrebbe essere attribuito al fatto che lo studio è stato sottodimensionato rispetto agli obiettivi prefigurati a causa di una scarsa adesione al progetto dei MMG della ASL di Modena.
Nonostante tali limiti, lo studio mantiene caratteri di originalità e di interesse, essendo una ricerca indipendente, non sorretta da finanziamenti esterni, realizzata interamente nell’ambito delle cure primarie.
Fonte: Home care for heart failure: can caregiver education prevent hospital admissions? A randomized trial in primary care J Cardiovasc Med (Hagerstown). 2018 Nov 1. doi: 10.2459/JCM.0000000000000722. [Epub ahead of print]
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