Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Nov 03, 2018 Gaetano D'Ambrosio Farmaci, Farmaci Scompenso cardiaco, Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Scompenso cardiaco 2
Gli alfa-bloccanti possono essere adoperati con sicurezza anche nei pazienti con scompenso cardiaco.
A queste conclusioni giungono gli autori di uno studio condotto su 169.911 pazienti dimessi tra gennaio 2002 e settembre 2015 dagli ospedali appartenenti alla rete dalle Veterans Health Administration statunitense con una diagnosi principale di scompenso cardiaco e seguiti per due anni con l’obiettivo di indagare gli effetti dell’eventuale prescrizione di alfa-bloccanti sulla mortalità e sull’incidenza di nuovi ricoveri per scompenso.
Nella coorte esaminata sono stati reclutati 47638 (28%) pazienti in terapia con un alfa-bloccante e un gruppo di controllo di 35713 pazienti identificati con la tecnica del “propensity score” che consente di minimizzare l’effetto di eventuali fattori confondenti.
L’incidenza dei re-ricoveri è risultata del 39.8% nel gruppo trattato con alfa-bloccanti e del 41.7% nel gruppo non trattato con una riduzione del rischio del 5% a due anni.
La mortalità è risultata del 42.8% nel gruppo trattato con alfa-bloccanti e del 46.5% nel gruppo non trattato con una riduzione del rischio del 5% a due anni. La riduzione della mortalità è stata confermata indipendentemente dal fatto che i pazienti fossero trattati o no con beta-bloccanti.
Una minore incidenza di decessi e ricoveri ripetuti è stata osservata anche nei sottogruppi di pazienti trattati con alfa-bloccanti selettivi; una minore mortalità nei pazienti trattati con dosi più elevate.
Gli autori concludono affermando che, contrariamente a quanto finora creduto, principalmente sulla base dei risultati dello studio ALLHAT [2], il trattamento con alfa-bloccanti è associato ad una minore incidenza di mortalità e re-ricovero e pertanto può essere utilizzato con sicurezza nei pazienti con scompenso cardiaco.
Questi risultati, nonostante derivino da uno studio osservazionale e meritino di essere confermati in un trial clinico controllato, sono molto interessanti. Gli alfa-bloccanti, infatti, considerati ormai di seconda scelta nel trattamento dell’ipertensione arteriosa, sono invece molto utilizzati per ridurre i sintomi dell’ipertrofia prostatica benigna, patologia che, come lo scompenso cardiaco, è particolarmente frequente nei pazienti più anziani.
I dubbi sugli alfa-bloccanti cono emersi principalmente dallo studio ALLHAT nel quale fu rilevato un rischio di scompenso doppio nei pazienti trattati con doxazosina rispetto a quelli trattati con clortalidone. Questo dato, in realtà, può essere anche interpretato come espressione di un minor effetto protettivo rispetto ai diuretici e non necessariamente come espressione di un effetto dannoso degli alfa-bloccanti sulla funzione cardiaca. Un altro studio storico, il V-HeFT, condotto in epoca antecedente l’avvento di ace-inibitori e beta-bloccanti, aveva infatti dimostrato una sostanziale neutralità di un alfa-bloccante, la prazosina, nei confronti dello scompenso cardiaco.
In realtà le linee guida europee 2016 sconsigliano l’uso degli alfa-bloccanti nei pazienti con scompenso cardiaco e ostruzione prostatica perché potrebbero causare ipotensione e ritenzione idrica.
Inoltre, un documento dell’American Heart Association dello stesso anno sui farmaci che possono causare o riacutizzare lo scompenso cita gli alfa-bloccanti tra i farmaci anti-ipertensivi e tra i farmaci urologici che possono interferire negativamente sulla evoluzione dello scompenso anche se con un livello di evidenza medio basso.
I risultati del nuovo studio sembrano addirittura ribaltare il giudizio negativo sugli alfa-bloccanti nello scompenso anche se il beneficio rilevato è di entità piuttosto modesta. Se questi dati saranno confermati e, soprattutto, se saranno accolti dalle future edizioni delle linee guida, saremo autorizzati ad utilizzare gli alfa-bloccanti nei pazienti in cui sono indicati anche se sono a rischio di scompenso cardiaco o presentano già uno scompenso cardiaco conclamato.
Fonte: Safety of Alpha Adrenergic Receptor Antagonists in Heart Failure JACC Heart Fail. 2018 Oct 5. pii: S2213-1779(18)30471-2. doi: 10.1016/j.jchf.2018.06.015. [Epub ahead of print]
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