Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Dic 07, 2018 Gaetano D'Ambrosio Farmaci, Farmaci Scompenso cardiaco, Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Scompenso cardiaco Commenti disabilitati su Sacubitril-valsartan è sicuro ed efficace anche nella fase acuta dello scompenso
Lo studio PARADIGM-HF ha documentato l’efficacia di sacubitril-valsartan (Entresto®) nel migliorare la prognosi dei pazienti con scompenso cardiaco seguiti ambulatorialmente e trattati stabilmente con ace-inibitori o sartani. Non è noto, però, se il farmaco sia ugualmente efficace e sicuro nel pazienti ospedalizzati per scompenso in fase acuta.
Per rispondere a questo quesito è stato condotto un trial clinico randomizzato e controllato in doppio cieco che ha coinvolto 129 centri negli Stati Uniti. Sono stati arruolati 881 pazienti, ricoverati per scompenso acuto, con frazione di eiezione ≤ 40% e con livelli plasmatici di NT-proBNP ≥ 1600 pg/ml o di BNP ≥ 400 pg/ml.
Dopo essere stati stabilizzati emodinamicamente i pazienti sono stati randomizzati a ricevere sacubitril-valsartan o enalapril. La dose iniziale dei due farmaci era stabilita in 24/26 mg o 49/51 mg e 2.5 mg o 5 mg, in rapporto ai valori basali di pressione sistolica, somministrata due volte al giorno. Successivamente la dose dei due farmaci era progressivamente aumentata fino a raggiungere il target di 97/103 mg x 2 di sacubitril/valsartan e di 10 mg x 2 di enalapril. L’aggiustamento della posologia era guidata da un algoritmo basato sulla pressione sistolica e sulla valutazione degli effetti collaterali.
I pazienti sono stati controllati clinicamente e con esami di laboratorio, comprendenti i biomacatori cardiaci, dopo la prima e la seconda settimana di trattamento e successivamente ogni due settimane per un totale di otto settimane.
L’obiettivo principale di efficacia dello studio era verificare la variazione delle concentrazione plasamatica di NT-proBNP alla quarta e alla ottava settimana rispetto al basale.
La sicurezza è stata valutata considerando l’incidenza di: peggioramento della funzione renale (aumento della creatininemia ≥ 0.5 mg/dl a riduzione del filtrato glomerulare stimato ≥ 25%), iperpotassiemia (K+ ≥ 5.5 mmol/L), ipotensione sintomatica o angioedema.
Nei pazienti trattati con sacubitril-valsartan si è osservata una riduzione dei valori di NT-proBNP significativamente maggiore (-46.7% vs -25.3%), evidente fin dalla prima settimana di trattamento.
La frequenza degli eventi avversi considerati non è risultata significativamente diversa nei due gruppi.
Si può quindi concludere che il trattamento con sacubitril-valsartan è sicuro ed efficace anche nel particolare contesto clinico rappresentato dalla fase acuta dello scompenso. Può essere iniziato in ospedale e continuato in sicurezza durante la fase di transizione al domicilio e il periodo immediatamente successivo al ricovero, durante il quale morbilità e mortalità dei pazienti con scompenso acuto rimane elevata.
Fonte: Angiotensin–Neprilysin Inhibition in Acute Decompensated Heart Failure N Engl J Med. 2018 Nov 11. doi: 10.1056/NEJMoa1812851. [Epub ahead of print]
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