Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Apr 11, 2019 Cardiotool Questioni Pratiche, Questioni Pratiche - Trombosi Venosa Superficiale, Questioni Pratiche - Vasculopatie 1
Pier Luigi Antignani
Direttore centro vascolare. Nuova Villa Claudia, Roma
Presidente eletto International Union of Angiology
Presidente onorario Società Italiana di Diagnostica Vascolare
Tra i fattori di rischio di insorgenza di MVC, a parte la predisposizione familiare, vanno considerati:
Per quanto riguarda l’obesità, è noto da tempo che l’eccesso ponderale, rappresenta un fattore di rischio per l’insorgenza o l’aggravamento dell’insufficienza venosa cronica sia superficiale che profonda degli arti inferiori.
Il sovrappeso è una componente presente in molti pazienti affetti da malattie vascolari, nei quali il distretto degli arti inferiori è sede di ritenzione idrica e di complicanze flebolinfologiche molto più di quanto si osservi nei soggetti magri o normopeso.
Il soggetto obeso si muove poco e si muove male, nel senso che mette poco in attività le sue pompe muscolari. L’alterata dinamica respiratoria, con l’aumento della pressione endoaddominale, fa sì che venga notevolmente rallentato il deflusso di sangue dagli arti inferiori, particolarmente quando il soggetto è in posizione ortostatica, cioè fermo in piedi. Il sangue ristagna nel distretto microcircolatorio, l’ipertensione venosa dilata le venule ed i capillari, compaiono le teleangiectasie e le varici reticolari. Quando alla condizione di obesità, di solito acquisita nella vita adolescenziale o nella vita adulta per eccesso di cibo o per scarsa attività fisica, si associa la predisposizione familiare o la cosiddetta meiopragia della parete venosa per alterato contenuto di elastina e collagene della tunica media delle vene, ecco che la malattia venosa si estrinseca in tutto il suo potenziale con la comparsa di varici ben evidenti e ben palpabili sia alla coscia che alle gambe.
È evidente allora che la lotta alla MVC parte da una corretta attività di prevenzione primaria. Infatti alcune misure profilattiche possono, almeno in parte, ostacolare l’insorgenza della malattia.
Schematizzando è possibile attuare una prevenzione:
Risulta abbastanza ovvio che le possibilità di un’efficace prevenzione sono spesso legate al miglioramento delle abitudini di vita generali. È fondamentale tenere presente che il peso corporeo dipende in ultima analisi da un perfetto equilibrio tra quanto si introduce e quanto si consuma in termini di calorie. Ne consegue che la sedentarietà, e tutto ciò che ad essa è correlata, va assolutamente combattuta non solo perché, muovendosi poco e quindi non consumando calorie, si tende ad ingrassare, ma anche e soprattutto perché l’inattività delle pompe muscolari favorisce la stasi ematica a livello degli arti inferiori e quindi favorisce l’insorgenza o aggrava, se preesistente, l’insufficienza venosa cronica. Per questo motivo,in caso di posizione stazionaria prolungata, è necessario compiere ogni tanto dei movimenti di flesso-estensione della caviglia o sollevarsi ripetutamente sulla punta dei piedi. In secondo luogo bisogna praticare attività sportiva non eccessivamente pesante, indossando abiti ampi senza cinture strette in vita (che aumentano la pressione endoaddominale). Per lo stesso motivo bisogna adottare tutte le misure dietetiche necessarie a combattere la stitichezza. Ed ancora, se possibile, allo scopo di favorire il deflusso di sangue dagli arti inferiori, è opportuno riposare durante la notte tenendo le gambe sollevate rispetto al piano del cuore di circa 5 cm.
I semplici accorgimenti da seguire sono:
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