Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Mag 28, 2019 Cardiotool Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Ipertensione Commenti disabilitati su May Measurement Month 2018: una campagna di screening globale per aumentare la consapevolezza sulla pressione arteriosa
Il 17 Maggio scorso si è celebrata la quindicesima la Giornata Mondiale contro l’Ipertensione Arteriosa, una ricorrenza annuale che ha l’obiettivo di favorire la consapevolezza e l’attenzione di medici e pazienti su una condizione che tuttora continua ad essere la principale responsabile di mortalità e morbilità globale.
Nel 2016 la Società Internazionale dell’Ipertensione, ha stabilito di condurre una campagna di screening su base globale che si è svolta per la prima volta nel maggio 2017.
L’iniziativa si è ripetuta nel 2018 in 89 paesi distribuiti in tutti i continenti ed ha coinvolto oltre un milione e mezzo di partecipanti maggiorenni, reclutati in varie sedi (ospedali, ambulatori di medicina generale, farmacie, posti di lavoro, luoghi pubblici) e sottoposti a misurazione della pressione arteriosa. La pressione è stata misurata utilizzando sfigmomanometri manuali o automatici, eseguendo 3 misurazioni a distanza di 1 minuto.
Sono stati definiti ipertesi i soggetti con valori di pressione sistolica ≥ 140 mmHg o di diastolica ≥ 90 mmHg, considerando la media della seconda e della terza misurazione, e i pazienti già in trattamento anti-ipertensivo. Tra i pazienti in trattamento, sono stati considerati controllati quelli che avevano valori di sistolica < 140 mmHg e di diastolica < 90 mmHg.
La pressione arteriosa media su tutta la popolazione esaminata è risultata 123.1/77.9 mmHg, nei pazienti non trattati 120.0/76.7 mmHg, nei pazienti che assumevano farmaci anti-ipertensivi 127.7/80.0 mmHg.
Considerando genere ed età dei soggetti, si è riscontrato che i valori di sistolica tendono ad aumentare progressivamente con l’età mentre le donne presentano valori più bassi degli uomini ma solo fino a 75 anni di età. La pressione diastolica ha un andamento diverso, a U rovesciata, con valori che tendono ad aumentare fino a 50-55 anni e poi a decrescere, determinando in questa seconda fase un incremento della pressione differenziale. I valori medi di diastolica nelle donne sono inferiori a quelli degli uomini fino a 85-90 anni di età.
Il 33.4% di tutti i soggetti considerati sono risultati ipertesi ma solo il 59.5 di questi era consapevole della propria condizione. Inoltre, solo il 55.3% dei soggetti considerati pretesi era in trattamento e di questi solo il 60.0% (33.2% di tutti gli ipertesi) risultava ben controllato dalla terapia.
Il grado di controllo dei valori pressori è risultato correlato al reddito pro-capite essendo significativamente già basso nei paesi a reddito basso o medio-basso rispetto ai paesi a reddito medio-alto o alto.
Infine sono state effettuate correlazioni tra i valori pressori medi e vari parametri demografici e clinici. I dati più significativi riguardano il BMI, con valori pressori più elevati nei pazienti in sovrappeso o francamente obesi, e mediamente più bassi nei soggetti diabetici o con malattia cardiovascolare (ictus, infarto) pregressa.
Impossibile riportare in una sintesi tutti i dati raccolti in questa grande survey globale, per i quali si rimanda al testo completo disponibile on-line sul sito dell’European Journal of Cardiology.
Appare tuttavia evidente che ancora oggi l’ipertensione arteriosa è una condizione in larga misura sommersa e che anche quando riconosciuta non è trattata adeguatamente nonostante siano disponibili terapie farmacologiche basate su molteplici classi di farmaci, generalmente molto efficaci e ben tollerate.
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